Le sfide del nuovo governo in Palestina, tra divisioni interne e pressioni internazionali

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Diritti d'autore REUTERS/Mohamad Torokman
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Di Giulia Avataneo
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"Non ci può essere Palestina senza Gerusalemme", ha detto il presidente Abu Mazen durante l'insediamento del nuovo esecutivo, guidato da Mohammad Shtayyeh.

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Il nuovo governo palestinese guidato dal premier Mohammad Shtayeh ha giurato ieri a Ramallah, in Cisgiordania, davanti al presidente Abu Mazen.

L'esecutivo, controllato dal partito del presidente al-Fatah, partito nazionalista di Liberazione della Palestina, esclude i rivali di Hamas, con i quali cercherà di redimere il conflitto in atto a Gaza. Per esaminare le possibilità di riconciliazione, una delegazione di al-Fatah si recherà presto al Cairo.

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È una delle prime questioni che il governo dovrà affrontare, come ha detto Abu Mazen, insieme alla lotta contro il piano sostenuto dagli Stati Uniti in Medio Oriente, che esclude Gerusalemme dal Paese.

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"Non ci può essere Palestina senza Gerusalemme - ha detto il presidente - annunciando l'opposizione con ogni mezzo legale, dalla resistenza popolare pacifica al ricorso alle istituzioni internazionali.

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