Otto giornate di squalifica per Diego Costa: la Var ha registrato gli insulti all'arbitro

Cartellino rosso per Diego Costa.
Cartellino rosso per Diego Costa. Diritti d'autore REUTERS/Albert Gea
Di Cristiano Tassinari
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Arrivano le motivazioni della lunga squalifica comminata dalla Federcalcio spagnola a Diego Costa, attaccante dell'Atletico Madrid: i suoi insulti all'arbitro, dopo il cartellino rosso ricevuto, sono stati registrati dalla Var. Riscopriamo insieme altre squalifiche celebri...

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E adesso con la Var non serve più coprire il labiale...
Se n'è accorto Diego Costa, attaccante spagnolo (di origine brasiliana) dell'Atletico Madrid, che dopo l'espulsione nel match di sabato contro il Barcellona (perso per 2-0) ha insultato ripetutamente il direttore di gara Jesus Gil Manzano.

Solo che, stavolta, verba volant non è sufficiente: perchè gli insulti, proferiti dall'inviperito Diego Costa, sono stati captati alla perfezione dal microfono dell'arbitro e sono arrivati direttamente nella stanza dei bottoni della Var e addirittura registrati.
Niente scuse, nè giustificazione, nè "Non ho detto niente".

Quel "me cago en tu puta madre" l'hanno sentito tutti gli assistenti-video dell'arbitro.

"Gli insulti sono sempre inammissibili e inaccettabili".
Enrique Cerezo
Presidente Atletico Madrid

Per questo motivo, per gli insulti, Diego Costa è stato squalificato per quattro giornate e altre quattro se le è beccate per aver afferrato per un braccio l'arbitro con l'intenzione di non fargli ammonire i compagni Godin e Gimenez.
Stagione finita (male) per Diego Costa e nuova frontiera per la Var.
Una brutta stagione disciplinare per l'Atletico Madrid, dopo il gesto deprecabile del "Cholo" Simeone.

Da adesso in avanti, comunque, meglio tenere la bocca chiusa...

REUTERS/Albert Gea
Diego Costa dà di matto e Gerar Piquè prova a calmarlo, a modo suo.REUTERS/Albert Gea

Il kung-fu di Cantona

La squalifica per otto giornate non è, tuttavia, un record, almeno a livello internazionale.
Il caso pi`ì amoso è sicuramente quello di Eric Cantona: il numero 7 francese del Manchester United entrò con una mossa di kung-fu direttamente nello stomaco di un tifoso del Cryastal Palace, che lo stava insultando da pochi centimetri, a bordo campo.
Era il 25 gennaio 1995.
Cantona fu squalificato per 9 mesi, più un po' di lavori socialmente utili. La sua fama di mito (e di duro) ne guadagnò non poco da quell'episodio, soprattutto agli occhi dei fan dello United.

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La testata di "Zizou"

La testata mondiale di Zinedine Zidane nei confronti di Marco Materazzi è rimasta stampata nella storia del calcio (e nel bronzo, visto che ci hanno fatto pure una statua, opera dell'artista franco-algerino Adel Abdessemed).

Nella finale di Germania 2006, "Zizou" perde le staffe di fronte alle provocazioni verbali di Materazzi e si vendica con una poderosa testata al petto dell'azzurro-interista. Che passa cosi alla storia come una "vittima", quando in realtà, nella sua carriera, più volte aveva rivestito i panni di "carnefice".

Ma in una finale mondiale, contro i cugini, non si fa cos`i, "Zizou...

La statua Zidane-Materazzi a Doha, prima di essere rimossa.

Il "morso" di Suárez

Tutti ricordano anche la sospensione per 9 gare internazionali inflitta a Luis Suárez dopo il celeberrimo "morso" rifilato a Giorgio Chiellini in Italia-Uruguay dei Mondiali 2014.

Chiellini protesta dopo il morso di Suárez.
Con quel morso, anche Suárez si è fatto male: ai denti!

Tassotti alza il gomito...

Otto giornate di stop erano stato comminate anche a Mauro Tassotti, reo di aver rifilato una gomitata a Luis Enrique nel corso di Italia-Spagna (2-1) dei Mondiali 1994. Quella fu, comunque, l'ultima partita in azzurro del "Tasso".
E la prima squalifica in assoluto con la prova-tv.

L'Italia ai Mondiali 1994: Tassotti (numero 9) c'è!

...e Leonardo pure

Nella stessa edizione di Usa '94, ci fu un altro clamoroso caso di gomitata: il brasiliano Leonardo, attuale dirigente del Milan, la rifilò allo statunitense Tab Ramos durante Brasile-Usa.

Squalificato per quattro giornate, Leonardo non potè partecipare, in campo, alla vittoria mondiale del suo Brasile, in finale ai rigori proprio contro l'Italia.

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