L'Ucraina al voto domenica. Il punto di vista degli elettori, tra attese e paure

L'Ucraina al voto domenica. Il punto di vista degli elettori, tra attese e paure
Diritti d'autore  REUTERS/Gleb Garanich
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Di Giulia Avataneo
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Pur essendo alle porte del Continente, l'Ucraina, che vive da cinque anni un conflitto con la Russia, sembra lontana dalle conquiste europee. Euronews ha sondato lo stato d'animo degli ucraini alla vigilia del voto.

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L'Ucraina si avvicina alle elezioni presidenziali di domenica con la più lunga lista di candidati - ben 39. Non è l'unico aspetto che rende la campagna elettorale in corso senza precedenti.

Chiunque prenderà le redini del Paese, erediterà un conflitto che pesa da cinque anni sulla popolazione e l'economia locale, dopo la rivoluzione di piazza Maidan e l'annessione della Crimea da parte della Russia.

Leggi anche: Tutto quello che dovete sapere sulle elezioni presidenziali in Ucraina

Nataliia Liubchenkova, reporter di Euronews, ha intervistato alcuni suoi connazionali per capire come questi drammatici eventi influenzeranno le loro scelte alle urne. Secondo Denis Kondyus, rettore di un seminario evangelico, le difficili condizioni di vita hanno reso inclini gli elettori a credere alle facili promesse."Il rischio di cedere al populismo è alto - dice - perché la gente è stanca della guerra e della crisi".

Per Oleksiy Kovzhun, analista politico e del media, la questione del separatismo russo è meno influente rispetto al passato: "Non c'è più una contrapposizione tra europeisti e sostenitori della Russia - spiega - Nessuno mette più in dubbio che l'Ucraina debba essere uno stato indipendente e non un satellite della Russia. La questione è superata".

Libertà ancora da conquistare

La sua amica Keteryna Hanziuk era un'attivista anti corruzione, morta a novembre in seguito a un'aggressione con l'acido. Gli attacchi ai dissidenti sembrano sistematici nell'Ucraina post-rivoluzionaria. Ma Kovzhun pensa che il Paese sia sulla strada giusta per costruire una vera democrazia. Anche se i costi sono stati molto alti.

"Eravamo succubi dell'Unione Sovietica - dice il consulente politico - La 'Rivoluzione della dignità' ci ha risvegliati. Adesso sappiamo che possiamo cambiare la nostra vita, ne siamo consapevoli e facciamo tutto ciò che questo comporta".

Oltre la linea del conflitto, naturalmente, sarà quasi impossibile per i cittadini esercitare il loro diritto di voto. Ma per l'intera area est del Paese, quella sotto l'influenza russa, l'appuntamento rischia di essere solo simbolico.

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