San Ferdinando, le ruspe sulla tendopoli

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Al via l'operazione per distruggere la tendopoli abusiva in cui erano costretti i migranti. Ma non ci sono ancora alternative reali

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Con una operazione annunciata da giorni, le autorità italiane hanno dato il via allo sgombero definitivo della tendopoli di San Ferdinando, in Calabria. Le ruspe del genio militare arrivate di primo mattino cancellano un insediamento abusivo sorto da quasi vent'anni, popolato dai braccianti sfruttati nella raccolta delle arance. Nell'operazione sono impegnati 900 tra poliziotti e carabinieri, molti dei quali in assetto antisommossa. Il campo, da cui i giornalisti sono tenuti distanti, è stato negli anni teatro di vere tragedie. Ultima in ordine di tempo l'incendio di una baracca che a febbraio ha ucciso un senegalese di 29 anni.

Il ministro dell'Interno Salvini parla dello sgombero come della soluzione finale al problema, ma un piano di alloggi per i braccianti stranieri nella Piana di Gioia Tauro ancora non esiste. Intanto da giorni la tendopoli ha cominciato a svuotarsi, come conferma Patrick Konda, sindacalista dellla USB: "Quelli che sono rimasti sono circa 300, da quello che abbiamo visto stamattina perché qualcuno si è spostato spontaneamente già da ieri, poi c'è anche un gruppetto che è partito stanotte".

Con l'operazione di oggi non scompaiono le tende dall'area. Un gruppo degli attuali ospiti è infatti destinato alla tendopoli realizzata dalla Regione Calabria in cui sono stati ricavati 300 nuovi posti. Altri andranno in centri Sprar e Cas della Calabria.

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