Francia-Italia, business sul filo del rasoio

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Di Sergio Cantone
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Francia e Italia. Questa volta ad aspettarsi la zidanata, il mitico coup de boule, è il business. Ogni frizione diplomatica si porta appresso guai per l'economia. Confindustria e Medef sperano che la polarizzazione politica tra Roma e Parigi si risolva presto.

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Il mondo del business guarda alle componenti moderate delle istituzioni italiane per evitare eventuali effetti negativi sull'economia, causati dalle tensioni tra Francia e Italia. Trattandosi di due grosse economie dell'eurozona fortemente interdipendenti c'è già chi teme il peggio.

La linea ad Alta velocità tra Torino e Lione, la Tav, è al centro delle tensioni. Parigi vuole che l'opera venga completata. Roma esita tra pro e contro, cesura questa che divide anche il governo, con Salvini fortemente favorevole e Di Maio ad incarnare l'ala più intransigente dei no-Tav. In ballo c'è una bazzecola da dieci miliardi di euro. Con l'Ue che chiede all'Italia di restituire i finanziamenti nel caso di non completamento dell'opera.

La Francia, dal canto suo, è fortemente esposta nei sistemi bancario e finanziario italiani, dove Bnp Paris-bas controlla Bnl, e altri interessi francesi sono presenti in Mediobanca e Unicredit

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