Brexit, Juncker e Barnier gelano Londra: "L'accordo non cambierà"

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Di Euronews
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Dopo il voto di martedì alla Camera dei comuni, il presidente della Commisione e il negoziatore Ue hanno ribadito la linea della Ue: "L'accordo di novembre è l'unico possibile"

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A due mesi dall'entrata in vigore della Brexit la posizione dell'Unione europea non cambia. L'accordo raggiunto lo scorso novembre con il Regno Unito non sarà rinegoziato. Lo hanno ribadito il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, e il negoziatore Ue Michel Barnier nel corso della seduta plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo.

Gli emendamenti approvati martedì dal Parlamento britannico per rimuovere il backstop dall'accordo e scongiurare un 'no deal' non serviranno a fare cambiare idea a Bruxelles.

"Il voto della Camera dei comuni accresce il rischio di un no deal"

"L'accordo di novembre resta il migliore e l'unico possibile - ha detto Juncker -. L'Unione europea l'ha detto a novembre, l'ha ripetuto a dicembre e lo ha detto ancora dopo il primo voto del Parlamento britannico a inizio gennaio. Il dibattito e il voto di martedì alla Camera dei comuni non cambiano nulla. L'accordo di recesso non sarà rinegoziato, voglio essere chiaro in proposito: il voto di ieri non fa che accrescere il rischio di un'uscita disordinata del Regno Unito dall'Unione europea.

Theresa May risponde alla Camera prima di tornare a Bruxelles

"Non faremo nulla che danneggi la Ue a questo punto dei negoziati"

Irricevibile, per Bruxelles, la proposta di rimuovere il backstop dall'accordo. "Il backstop fa parte dell'accordo di recesso e non sarà rinegoziato - ha confermato Barnier -. Non faremo nulla, e lo dico con tutta la calma possibile, che possa danneggiare in qualche modo il mercato interno. Non faremo nulla che possa danneggiare il futuro dell'Unione europea in questo momento dei negoziati".

Clima teso nel dibattito parlamentare che è seguito agli interventi di Juncker e Barnier. La vicepresidente del Parlamento, Mairead McGuinnes, ha dovuto richiamare più volte all'ordine gli eurodeputati britannici favorevoli alla Brexit.

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