Brexit, il governo May perde i pezzi: si dimettono in quattro

Brexit, il governo May perde i pezzi: si dimettono in quattro
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Di Alberto De Filippis
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La defezione più importante è quella del ministro per la Brexit Dominic Raab, contrario alla bozza d'accordo sull'uscita dalla Ue. Via per lo stesso motivo anche Sualla Braverman, sottosegretaria alla Brexit, Esther McVey, ministro per il lavoro, e Shailesh Vara, ministro per l'Irlanda del Nord

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Il governo May perde i pezzi. Quattro membri dell'esecutivo hanno rassegnato le proprie dimissioni il giorno dopo la riunione di gabinetto in cui il governo aveva approvato la bozza di accordo sulla Brexite.

La defezione più importante è senza dubbio quella del ministro per la Brexit Dominic Raab. "Non posso sostenere i termini dell'accordo raggiunto con la Ue", ha spiegato su Twitter il ministro, contrario alla bozza di accordo di quasi 600 pagine approvata martedì. Si è dimessa per lo stesso motivo anche Esther McVey, ministro per il lavoro e le pensioni.

Il primo a rinunciare al proprio incarico, nelle prime ore di giovedì, era stato Shailesh Vara, ministro per l'Irlanda del Nord.

Qualche ora dopo l'annuncio di Raab sono arrivate le dimissioni di Sualla Braverman, sottosegretaria per la Brexit.

Ha lasciato il suo incarico anche Anne-Marie Trevelyan, "parliamentary private secretary" del ministro dell'Istruzione: il suo era un ruolo di raccordo tra il ministro e il resto dei parlamentari.

Dopo avere incassato le defezioni, May è intervenuta in Parlamento. Nel suo discorso il primo ministro ha sottolineato che l'intesa sulla Brexit "non è finale" ma che si tratta di un documento che consentirà comunque un'uscita "liscia e ordinata" del Regno Unito dall'Ue.

Corbyn: "L'accordo è un enorme fallimento"

Nella sua replica il leader laburista Jeremy Corbyn ha definito la bozza d'intesa come "un enorme e dannoso fallimento", sostenendo che lascia la Gran Bretagna in un limbo a tempo indeterminato e non dà certezze sui rapporti futuri definitivi con l'Ue sulla questione irlandese.

Il leader laburista ha rifiutato poi "la falsa scelta fra questo cattivo accordo e un no deal" che "non può essere una opzione reale". Secondo Corbyn, sull'intesa proposta il governo non ha il consenso "del Parlamento, né del popolo di questo Paese".

Barnier: "Soluzione giusta ed equilibrata"

Volti decisamente più distesi a Strasburgo, dove Michel Barnier, capo negoziatore della Ue per la Brexit, non ha nascosto la sua soddisfazione per l'accordo: "Abbiamo trovato una soluzione giusta ed equilibrata che tiene in conto delle esigenze del Regno Unito, ma anche le nostre sulla protezione dei consumatori e delle imprese nel mercato unico - ha detto Barniere -. È una questione fondamentale, non si tratta di commercio ma un tema che tocca gli uomini, le donne, la pace".

"C'è stato un impegno comune con i britannici - ha aggiunto -. Il punto più difficile è stato quello della stabilità della pace in Irlanda, della preservazione dell'accordo del Venerdì Santo in tutte le dimensioni, affinché non vi siano confini rigidi in Irlanda".

Tajani: "Accordo positivo per cittadini europei e britannici"

Sulla stessa linea il presidente del Parlmento europeo Antonio Tajani: "Si è raggiunto un primo e concreto risultato, si inizia così una nuova fase nella trattativa per l'uscita del Regno Unito dalla Ue. Possiamo giudicare in maniera positiva i contenuti che riguardano i cittadini europei che vivono nel Regno Unito: si tratta di oltre 3 milioni e mezzo di persone, tra questi oltre 500mila italiani, ma anche per quanto riguarda i britannici che vivono in Europa siamo soddisfati".

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