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Grande Guerra, l'incubo dei residuati bellici

Grande Guerra, l'incubo dei residuati bellici
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Di Stefania De Michele
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Da Calais alla frontiera con la Svizzera, la Francia continua la bonifica

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Durante la Grande Guerra, a Verdun, in Francia, furono sparati 60 milioni di colpi. Molti giacciono ancora inesplosi nei boschi. Ma è lungo tutta la striscia che va da Calais alla frontiera con la Svizzera che - fra le trincee tedesce e quelle anglo-francesi - cannoni. obici, mortai vomitarono proiettili di ogni calibro.

La memoria del conflitto è ricordo che non può svanire: passando con il trattore, i contadini della zona dissotterrano continuamente residuati bellici, bombe chimiche, granate, proiettili di vario tipo e grandezza.

Guy Momper, esperto nella rimozione dei residuati bellici, spiega che ci sono persone che non toccano i reperti perché sanno che sono pericolosi, ma c'è anche gente convinta che possano essere oggetti da collezionare. A volte è molto difficile portarli via perché gli ordigni sono pesanti, anche 120 chili. "Non siamo mai al sicuro - dice Momper - quando veniamo a conoscenza della presenza di un residuato, andiamo e lo recuperiamo".

Guy Momper esperto di residuati bellici

Piu di 10 milioni di soldati, tra cui 1,4 milioni di francesi, sono morti in guerra. Il conflitto ha drammaticamente cambiato demografia e paesaggio dei territori teatro dei più cruenti scontri. Dopo l'armistizio del 1918, il governo francese acquistò alcune delle aree in cui i combattimenti erano stati più feroci e diede il via a vaste operazioni di bonifica, che a cento anni dalla fine della guerra ancora continuano.

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