Abusi sessuali, cosa contiene la lettera dell'ex nunzio Viganò contro Papa Francesco

Abusi sessuali, cosa contiene la lettera dell'ex nunzio Viganò contro Papa Francesco
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Di Giulia Avataneo
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Al culmine della visita in Irlanda di Papa Francesco, i media pubblicano un memorandum di monsignor Viganò, in cui l'ex nunzio apostolico negli USA lancia accuse pesanti al Vaticano. "Il Papa sapeva degli abusi dell'arcivescovo McCarry". Il riassunto della missiva in 8 punti

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E' un pesante atto d'accusa contro la Chiesa e il Papa, quello contenuto in un dossier a firma Carlo Maria Viganò, in cui l'ex nunzio apostolico negli Stati Uniti dichiara che ai gradi più alti del Vaticano si sapeva da tempo degli abusi perpetrati dal non più cardinale Theodore McCarrick negli Stati Uniti. 

La lettera di Viganò è stata pubblicata da "La Verità" in Italia, oltre che dai siti anglosassoni "The National Catholic Register" e “Lifesite News”, "InfoVaticana" in spagnolo. 

Il Papa, "non commento"

"Leggete voi attentamente il comunicato e fatevi il vostro giudizio. Io non dirò una parola su questo". Così si è espresso Papa Francesco, rispondendo ai giornalisti che, in conferenza stampa sull'aereo da Dublino, gli chiedevano conto delle dichiarazioni di Viganò.

Il documento di undici pagine è stato pubblicato dai media nella notte tra 25 e il 26 agosto, proprio al culmine della visita di Papa Francesco in Irlanda, dove il Pontefice ha incontrato otto vittime di abusi e si è espresso sulla pedofilia parlandone come di una "terribile piaga" che "sfida ad essere fermi e decisi nella ricerca della verità e della giustizia". 

Le accuse di Viganò

Monsignor Viganò è stato delegato alle rappresentanze pontificie per 13 anni, a Roma, con facoltà di controllo sui dossier dei candidati all'episcopato. Quindi ambasciatore della Santa Sede a Washington fino al 2016. 

In questo arco di tempo ha trasmesso due rapporti dettagliati sulla condotta immorale di McCarrick, redatti dai nunzi apostolici dell'epoca e inoltrati ai Segretari di Stato Vaticano. Senza che questo impedisse la promozione di McCarrick ad arcivescovo di Washington, prima che Bergoglio gli togliesse il cardinalato.

Undici pagine in otto punti

1. La tempistica della testimonianza. "Avevo sempre creduto e sperato che la Chiesa potesse trovare in se stessa le risorse per far emergere la verità - scrive Viganò - ma ora la corruzione è arrivata ai vertici".

2. La prima segnalazione risale al Duemila. A firmarla sono i nunzi apostolici negli USA Gabriel Montalvo e Pietro Sambi, che informano la Santa Sede di condotte "gravemente immorali" tenute dall'arcivescovo di Washington Theodore McCarrick nei confronti di seminaristi. 

3. Nuova iniziativa nel 2006. Monsignor Viganò, nel suo ruolo di delegato alle rappresentanze pontificie scrive al Segretario di Stato Tarcisio Bertone a proposito della condotta di McCarrick, esortando la Santa Sede ad assumere un "provvedimento esemplare per prevenire futuri abusi nei confronti di vittime innocenti". 

4.  Prime sanzioni. "Nel 2009 o nel 2010 - scrive Viganò - Papa Benedetto impone il ritiro a una vita di preghiera e di penitenza. Al porporato viene impedito di celebrare in pubblico. 

5. Il dialogo con Papa Francesco. Nel 2013 monsignor Viganò ha occasione di parlargli direttamente della questione. Il pontefice, scrive, "non mostrò alcuna espressione di sorpresa e cambiò subito discorso".

6. La rete di protezioni. Il cardinale americano ha avuto una "parte di rilievo" nell'elezione di Bergoglio e nella prima fase del suo pontificato "si comportò come se le sanzioni di Benedetto non esistessero".

7. La denuncia. "Solo dopo la denuncia di un abuso da parte di un minore - aggiunge Viganò - Papa Bergoglio è costretto a prendere provvedimenti". Francesco gli toglierà il cardinalato. 

8. Papa Francesco si deve dimettere. "Ora negli Stati Uniti è un coro che si leva dai fedeli laici, a cui ultimamente si sono uniti alcuni vescovi e sacerdoti, che chiedono che tutti quelli che hanno coperto con il loro silenzio il comportamento criminale di McCarrick si devono dimettere" è la conclusione del documento.

In Australia obbligo a denunciare reati appresi in confessione

Papa Francesco continua a godere di grande popolarità presso l'opinione pubblica mondiale. Ma verso la Chiesa cattolica il clima è molto più ostile.

Il cardinale australiano George Pell, prefetto della Segreteria per l'economia in Vaticano in congedo, sarà processato per abusi sessuali a Melbourne. Ed è senza precedenti la decisione di Camberra di introdurre l’obbligo per i sacerdoti di denunciare i casi di pedofilia appresi in confessione, violando il vincolo di questo sacramento.

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