Brexit: Theresa May resiste, nonostante le dimissioni dei Ministri

Brexit: Theresa May resiste, nonostante le dimissioni dei Ministri
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Il Governo conservatore di Theresa May, dopo l'annuncio delle dimissioni del Ministro degli Esteri, Boris Johnson, sostituito da Jeremy Hunt, sembra reggere l'urto conseguente al terremoto politico interno

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Le tensioni all'interno del partito e le dimissioni dei Ministri Davis e Johnson, prontamente sostituiti da Raab e Hunt, non scalfiscono la posizione di Theresa May, accusata da dimissionari e detrattori di un'uscita dall'Europa troppo lunga e morbida.

Il fronte pro-Brexit non accetta il piano da lei presentato, minacciando altre dimissioni nelle prossime ore se non si impegnerà a modificarlo nella sostanza.

Tra le defezioni del "black monday" britannico, quella di Boris Johnson è stata indubbiamente la più eclatante.

Nella sua lettera di dimissioni, l'ex Ministro ha detto che la Premier sta guidando il Regno Unito in una sorta di "semi-Brexit" e che "il sogno sta morendo, soffocato da un'inutile insicurezza".

Non si è fatta attendere la risposta di Theresa May, la quale si è detta sorpresa dalla decisione, alla luce delle "discussioni produttive" tenutesi nell'arco del trascorso fine settimana.

In Parlamento, la Premier ha difeso la sua strategia, affermando che si tratta della "Brexit giusta" e spiegando di essere giunta alla conclusione che solo il piano presentato è quello che garantisce il rispetto della volontà degli elettori per lasciare l'Unione Europea senza creare strascichi irreparabili all'economia del Paese.

Certo è che le dimissioni del suo principale negoziatore in ambito Brexit, David Davis, sembrano andare in controtendenza con quanto afffermato dalla May, la cui apparente tranquillità è probabilmente dovuta al fatto che il fronte pro-Brexit ha i numeri per chiedere un voto di fiducia su di lei, ma non per vincerlo.

May: "Le mie proposte garantiscono la Brexit"

L'annuncio di Johnson era arrivato pochi minuti prima dell**'intervento di fronte alla Camera dei Comuni** della stessa Premier, che ha ribadito la bontà delle proposte contenute nel documento firmato venerdì. 

La Premier, più volte contestata dall'aula durante il suo intervento, ha assicurato che questa piattaforma garantirà l'uscita del Regno Unito dall'UE, dal Mercato Unico e dall'Unione Doganale, ponendo anche le condizioni per una nuova partnership doganale con Bruxelles, per un libero commercio sui beni industriali e agricoli e confini aperti in Irlanda.

Corbyn: "Governo nel caos, ceda il passo"

Non è tardata ad arrivare nemmeno la presa di posizione dei Laburisti, che avevano definito un "pasticcio" e un "incubo burocratico" il documento sulla Brexit. 

Il leader, Jeremy Corbyn, ha detto che il governo di Theresa May è sprofondato "nel caos", è "incapace di raggiungere un accordo" con l'UE e deve "cedere il passo a chi è capace". 

Corbyn ha ribadito il secco 'no' dei Labour alla nuova piattaforma sulla Brexit, sostenendo che non fa chiarezza su nessuno dei punti chiavee non garantisce un confine aperto in Irlanda.

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