Dopo l'approvazione della legge Stop Soros in Ungheria segue lo scambio di opinioni fra Orban, Babis, Pellegrini, Morawiecki, rispettivamente leader di Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia coordinati dal prossimo presidente di turno dell'Unione l'austriaco Kurz
Dopo l'approvazione della legge "Stop Soros" in Ungheria segue lo scambio di opinioni fra i leader Orban, Babis, Pellegrini, Morawiecki, rispettivamente leader di Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia coordinati dal prossimo presidente di turno dell'Unione Europea l'austriaco Sebastian Kurz che giunge a Budapest per un minivertice mittleuropeo.
La modifica della costituzione ungherese prevede anche una limitazione del diritto di manifestazione (non saranno possibili cortei e sit in davanti alle residenze dei politici), l'obbligo della "difesa della cristianità" e l'istituzione di tribunali speciali che saranno chiamati a giudicare gli atti amministrativi dello Stato. I giudici in questo caso saranno nominati direttamente dall'esecutivo fra ex funzionari governativi e questo servirà ad evitare verdetti di tribunali ordinari nei confronti di membri del governo.
Il pacchetto "Stop Soros" - approvato con 160 voti favorevoli e 18 contrari - criminalizza l'immigrazione clandestina e le persone o le organizzazioni che realizzano attività che in qualche modo la favoriscono, aprendo le porte del carcere.
Lo stop mette in allerta il mondo delle ong e delle principali agenzie internazionali a partire dall'Unicef, che ha espresso "preoccupazione" per la stretta, vista soprattutto dalla parte dei migranti più piccoli.
Su tutto vigila la cortina di ferro che l'ungherese Orban ha steso davanti ai flussi migratori sigillando la rotta balcanica.