L'appello di Papa Francesco a riprendere i negoziati
Nello Yemen della guerra del tutti contro tutti è la popolazione civile a pagare il prezzo più alto. Yehia Tanani e la sua famiglia hanno aspettato che qualcuno li portasse via da Hodeida, roccaforte dei ribelli sciiti sostenuti dall'Iran, attaccata forze della coalizione saudita.
"Ci sono tante persone ancora bloccate in città. Ci hanno detto che le organizzazioni umanitarie avrebbero mandato dei bus, ma i mezzi non potevano né entrare né uscire dal perimetro urbano - racconta Yehia Tanani - così abbiamo deciso di metterci in cammino. Sopra di noi volavano gli elicotteri Apache. Eravamo spaventati: non sapevamo dove avrebbero colpito. Abbiamo pregato Dio per la nostra vita".
L'alleanza saudita aveva lanciato mercoledì il più vasto attacco degli ultimi tre anni di conflitto per strappare il porto di Hodeida ai ribelli. La città e il suo aeroporto sono obiettivi strategici: attraverso gli scali della costa occidentale arriva infatti l'80% degli aiuti umanitari. Il porto è anche l'unico accesso al mare attraverso cui gli houthi ricevono sostegno logistico dall'esterno.
Ancora una volta Papa Francesco ha levato la sua voce contro l'inferno yemenita: "Con preoccupazione seguo la sorte drammatica delle popolazioni dello Yemen, già stremate da anni di conflitto. Faccio appello alla comunità internazionale perché non risparmi alcuno sforzo per portare con urgenza al tavolo dei negoziati le parti in causa ed evitare un peggioramento della già tragica situazione umanitaria”.