Whatsapp: Jan Koum sbatte la porta e se ne va

Jan Koum, co-fondatore di Whatsapp, ad una convention a Laguna Beach (2016)
Jan Koum, co-fondatore di Whatsapp, ad una convention a Laguna Beach (2016) Diritti d'autore Reuters/Mike Blake
Diritti d'autore Reuters/Mike Blake
Di Cristiano Tassinari
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Uno dei dei fondatori di Whatsapp, Jan Koum, ha annunciato l'addio alla sua creatura "verde". Alla base della decisione divergenze aziendali con Facebook e Mark Zuckerberg, dal 2014 proprietario di Whatsapp. Al centro della discordia, privacy, utilizzo dati personali e la nuova app per "incontri".

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Riesplode il caso-privacy e diffusione dati personali: uno dei fondatori di Whatsapp, Jan Koum, ha deciso di lasciare l'azienda a cause di divergenze con l'attuale proprietà - Facebook - proprio in materia di privacy e utilizzo di dati personali.

"E' stata un avventura incredibile, ma ormai è tempo di andare avanti", ha scritto Koum su Facebook, ricevendo un caloroso grazie anche dallo stesso Mark Zuckerberg.

Nel settembre scorso, se n'era già andato l'altro fondatore, Brian Acton, che aveva deciso di andarsene per contrasti, anche in quel caso - pare - con Zuckerberg.

Inventato nel 2009 e acquistato da Facebook nel 2014 per un valore di 19 miliardi di dollari, il servizio di messaggistica di Whatsapp ha raggiunto il miliardo di utenti.

Profitti e incontri

La proprietà di Facebook vorrebbe aumentare i profitti, ma con Whatsapp non è semplice, dal momento che al momento è un servizio gratuito e non ha pubblicità.
Intanto, Facebook si butta a capofitto sul mercato del "dating" lancia una vera e propria app per incontri romantici.

Questione di privacy

Intanto, dal prossimo 25 maggio Whatsapp non consentirà l'accesso ai minori di 16 anni. Anche la app di messaggistica di Zuckerberg si adegua, dunque, al nuovo regolamento europeo sulla privacy, in gestazione da circa due anni e ora pronto a sostituire una normativa vecchia di 20.
Nel resto del mondo l'età minima per poter usare Whatsapp resta 13 anni.
A motivare la decisione, che vale solo per l'Unione Europea, le necessità di tutela anche in tempi di globalizzazione.

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