Intervista all'esperto Michail Suslov sulle comunità russe che vivono lontane dalla patria
Successo di pubblico per la Fiera Russa organizzata a Lione dall’Associazione progetto russo. Molti dei partecipanti spiegano di non essere interessati alla politica, ma di sentirsi orgogliosi della propria patria e desiderosi di trasmettere la cultura e le tradizioni russe ai figli. La fiera riunisce diversi gruppi di cittadini di Lione di origine russa. In programma esposizione di prodotti tipici e performance.
"Siamo impegnati nella promozione della cultura russa. Non organizziamo alcun evento politico. Ci concentriamo esclusivamente su argomenti che non provocano disaccordi, ma al contrario che uniscono le persone", spiega Olga Degay, presidente dell'associazione progetto russo.
L’associazione è autofinanziata e non ha legami con enti ufficiali russi. Da qualche anno, dopo il caso Crimea, il conflitto in Ucraina e altre tensioni diplomatiche, la questione della diffusione della lingua russa all’estero non è piu’ considerata solo un problema linguistico. Tuttavia secondo l’esperto Michail Suslov dell'Università di Copenhagen le comunità di russi all’estero non sono in grado di influenzare la vita politica interna dei paesi occidentali.
"Il Cremlino cerca e ha sempre cercato di usare la risorsa della diaspora russa, perchè la risorsa esiste davvero, milioni di persone che possono potenzialmente essere promotori di soft power...Tuttavia l’influenza del Cremlino si concentra senz’altro sullo spazio ex-sovietico. È li che le persone di lingua russa sono ben integrate e saranno integrate nella società futura. Parliamo sopratutto degli Stati Baltici, Bielorussia, e nord Kazakistan. È qui, penso, che si concentra l’attenzione del Cremlino", ha spiegato a Euronews.