La corte ha deciso: Lula deve andare in carcere

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Di Maria Elena SpagnoloCinzia Rizzi
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Il Supremo Tribunale Federale del Paese ha respinto il ricorso presentato dagli avvocati del leader

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Le porte del carcere si apriranno per Lula. L’ex presidente del Brasile deve andare in prigione per scontare la sua condanna per corruzione. La Corte suprema ha deciso, dopo dieci lunghe ore di dibattito, con una maggioranza risicata (6 voti contro 5), respingendo la richiesta dell’habeas corpus avanzata dagli avvocati del leader politico. Decisivo il voto della magistrata Rosa Weber, che fino all'ultimo non aveva manifestato un preciso orientamento.

Nell’attesa della sentenza, il Paese si era diviso tra sostenitori e detrattori, in un clima che negli ultimi giorni si è fatto incandescente. L’ex Capo di Stato era stato condannato per corruzione passiva e riciclaggio la scorsa estate, in un processo legato allo scandalo Petrobras. Nove anni in prima istanza a Curitiba, diventati 12 in appello a Porto Alegre.

Ora gli avvocati del leader del Partito dei lavoratori (PT) hanno tempo fino al 10 aprile per presentare ricorso. Ma il PT, che contava sulla candidatura di Lula per le elezioni presidenziali del prossimo ottobre, deve iniziare a cercarne una alternativa.

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