Strage Bologna, via al terzo processo

Strage Bologna, via al terzo processo
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Di Gioia Salvatori
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Dopo 38 anni ancora in cerca dei mandanti. Alla sbarra l'ex Nar Gilberto Cavallini. Il magistrato Otello Lupacchini, dubitante sulla pista nera: "Forse diverse verità possono convivere..."

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Una bomba alla stazione in piena estate: 85 morti e 200 feriti; la strage di Bologna del 2 agosto 1980 è uno dei tanti misteri italiani; la giustizia condannò tre terroristi neri come esecutori materiali gli ex NAR Francesca Mambro, Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini, ma resta il mistero sui mandanti, i cui nomi restano coperti da una trama mai risolta nonostante un iter giudiziario interminabile. 

Un nuovo processo, il terzo, si apre questo mercoledì in corte d'assiste a Bologna a 38 anni dalla strage. Alla sbarra un altro ex terrorista nero.

Simona Zecchi, giornalista, ha intervistato il giudice Otello Lupacchini che ha sempre dubitato della pista nera: "Evidentemente l'emergere di nuove fonti e di nuovi contesti geopolitici che possono aver mutato la strategia della tensione soprattutto nella fase agonica della divisione del mondo in due blocchi, possono portare all'emersione di nuovi fatti. È caduto qualche impedimento a raccontare una verità diversa da quella giudizialmente raccontata finora?" Tutte domande aperte legate alle ipotesi sulla matrice della strage: ritorsione di Cia e Mossad per il filoarabismo italico, terrorismo palestinese, pista libica e molto altro. Difficile sperare nella verità. "Non è detto che le verità siano tra loro inconciliabili ma siamo sempre su un terreno molto viscido dove è difficile mirare se non con franca disinvoltura, a bersagli nebulosi" - dice Lupacchini.

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