Nel frattempo, le prime dimissioni arrivano dal gruppo, mentre un documentario mostra le strategie politiche utilizzate dalla società che avrebbe rubato i dati su 50 milioni di profili
Facebook in caduta libera sui mercati, dopo lo scandalo che ha rivelato come una società di consulenza abbia acquisito illegalmente dati relativi a 50 milioni di profili, utilizzandoli per condizionare le presidenziali americane e il voto sulla Brexit. A Wall street, in chiusura della sedura del 19 marzo il titolo era calato del 6,8 per cento: si tratta della più pesante perdita registrata negli ultimi 4 anni, per un valore di oltre 23 milioni di dollari.
Per limitare i danni la compagnia si è affidata a una società esterna, che dovrà determinare se i dati sottratti al gruppo da Cambridge Analytica siano ancora in circolazione o siano stati distrutti. Nel frattempo - mentre le istituzioni inglesi e americane annunciano indagini in merito - la prima testa ¨è caduta all'interno della società: si tratta di Alex Stamos, ex responsabile sicurezza dati che ha appena annunciato le sue dimissioni.
Intanto la bufera continua a montare su Cambridge Analytica, la società fondata accusata di aver sottratto i 50 milioni di profili. In un documentario prodotto dall'emittente inglese Channel four, alcuni giornalisti, fingendosi potenziali clienti, avrebbero documentato l'armamentario di trucchi più o meno illeciti utilizzati per condizionare campagne ed elezioni.
La società è stata fondata da Steve Bannon, ex capo stratega di Trump che di recente - in un giro di conferenze in Europa - aveva pronosticato la vittoria di Lega e 5 Stelle. Come molti altri partiti e cadidati di ispirazione populista, Trump si è avvalso dei servigi del gruppo durante la campagna per le presidenziali del 2016: ma secondo quanto riportato dallo stesso sito web di Cambridge Analytica, tra i clienti della compagnia ci sarebbe anche un partito italiano.
Stando a un testo in cui il gruppo evidenziava i suoi successi elettorali - tra i quali, oltre alla vittoria di Trump, ci sarebbe il secondo posto riportato da Marine Le Pen nella corsa all'Eliseo - si tratterebbe di un partito italiano per cui il gruppo avrebbe lavorato a partire dal 2012, che all'epoca "stava rinascendo e che aveva avuto successo per l’ultima volta negli anni ‘80”.
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