E' stato istituito un comitato interpartitico, contro l'iniziativa popolare "No Billag", che lederebbe all'imparzialità e alla libertà dei media elvetici
Centinaia di persone sono scese in piazza mercoledì sera a Berna, in Svizzera, per protestare contro l'iniziativa popolare "No Billag", l'abolizione cioè del canone radioteliviso elvetico, in votazione il 4 marzo. L'iniziativa mette in pericolo l'esistenza della SSR, che gestisce il servizio pubblico, di 21 radio regionali e 13 televisioni locali. Un "sì" al voto, potrebbe ledere alla coesione nazionale e alla democrazia diretta, aprendo strada agli investitori privati e quindi a una minore imparzialità.
"Personalmente, se dovesse passare io perderei il mio lavoro, sarebbe triste. Ma ciò che sarebbe ancor piò triste sarebbe perdere la garanzia di imparzialità in un media. Avrei troppa paura dell'arrivo di un gruppo privato che potrebbe imporre le proprie idee. Perderemmo la nostra base neutrale", spiega un'impiegata della SSR.
E' stato intanto istituito un comitato interpartitico - formato da 160 parlamentari - per bocciare l'iniziativa No Billag, definita "troppo radicale".