Netanyahu al Guatemala: "Dio vi benedica"

Netanyahu al Guatemala: "Dio vi benedica"
Di Euronews
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Il premier israeliano ringrazia il presidente Jimmy Morales, che ha annunciato l'intenzione di spostare l'ambasciata guatemalteca da Tel Aviv a Gerusalemme: secondo Paese dopo gli USA

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"Dio vi benedica" è la risposta quasi più euforica che augurale del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, alla decisione del Guatemala di rompere l'isolamento statunitense su Israele. Altri Paesi avevano detto di voler riflettere sullo spostamento delle loro ambasciate a Gerusalemme.

Il Guatemala è il primo ad annunciare una decisione presa. Dopo gli Stati Uniti, s'intende.

"Dio ti benedica, amico mio, presidente Jimmy Morales. Avevo detto recentemente che ci saranno altri Paesi che riconosceranno Gerusalemme come capitale d'Israele e vi trasferiranno le loro ambasciate. Ecco, questo è il secondo e ripeto: ce ne saranno altri, è solo l'inizio".

La decisione del presidente guatemalteco ha sorpreso ma non troppo: il suo era uno dei Paesi che si sapevano vicini a quella decisione, insieme a Honduras, Filippine, Sud Sudan, Romania ed altri.

Da parte palestinese ovviamente la decisione non è stata ben accolta:

"Il presidente Morales è complice nella violazione della legalità internazionale, che proibisce l'annessione di territori occupati. La decisione non cambia il fatto che la stragrande maggioranza dei Paesi nel mondo è contraria allo spostamento delle ambasciate e all'annessione di Gerusalemme Est, e alla decisione di Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale d'Israele. La gran parte del mondo sta con noi e la decisione di un singolo Paese come il Guatemala non cambia questo".

La decisione statunitense, annunciata ma non ancora resa operativa, aveva scatenato una serie di proteste nei territori palestinesi e non solo. Alle Nazioni Unite era poi stata presentata una risoluzione critica, votata da tutti ad eccezione degli Stati Uniti, che hanno opposto il veto. Un'analoga direttiva è stata poi sottoposta all'Assemblea Generale, dove i voti contrari sono stati appena 9, 35 astenuti e tutti gli altri, Italia compresa, favorevoli alla risoluzione critica nei confronti della decisone statunitense.

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