Brexit, cosa dice l'accordo su Irlanda, assegno di divorzio e diritti dei cittadini

Theresa May e Jean-Claude Juncker sono felici
Theresa May e Jean-Claude Juncker sono felici Diritti d'autore REUTERS/Yves Herman
Di Alasdair Sandford
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I termini dell'intesa raggiunta a Bruxelles, che giovedì prossimo sarà sottoposta al vertice Ue

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Le trattative sulla Brexit hanno raggiunto un punto di svolta venerdì 8 dicembre. Regno Unito e Unione Europea hanno annunciato un accordo che spiana la strada alla seconda fase delle trattative. 

I punti, contenuti in questo pdf, mostrano che finalmente le due parti sono in sintonia sulle tre problematiche più spinose: i diritti dei cittadini, la cifra del divorzio consensuale e il confine irlandese. 

Ma cosa dice l'intesa, esattamente? (qui il testo completo)

La questione irlandese

La relazione è un compromesso inteso a rispondere alle preoccupazioni dei partner unionisti del governo britannico e del governo di Dublino per quanto riguarda gli accordi economici, quelli di pace e di stabilità politica tra Repubblica Irlandese e Irlanda del Nord. 

Il testo dice che l'Accordo del Venerdì Santo 1998, conosciuto anche come Belfast Agreement - che ha assicurato la pace dopo oltre tre decadi di violenze - "deve essere protetto in tutte le sue parti". 

Esso presupponeva l'adesione alla UE sia della Repubblica irlandese che dell'Irlanda del Nord. Ma il fatto che Belfast debba seguire Londra nella Brexit ha messo in dubbio la sua futura applicazione.  

Nessun "confine duro"

C'è la garanzia sul fatto che non ci saranno "frontiere dure" tra l'Irlanda del Nord e la Repubblica d'Irlanda. "Il Regno Unito mantiene il suo impegno a proteggere la cooperazione Nord-Sud e la garantisce di evitare una frontiera dura", si legge nella dichiarazione congiunta. Il Regno Unito riafferma il suo impegno ad evitare "qualsiasi infrastruttura fisica, relativi controlli e verifiche".

Il governo irlandese ha recentemente minacciato di porre il veto ai colloqui per passare alla fase successiva, a meno che il governo britannico non includesse una garanzia scritta. Il documento chiarisce ora che gli impegni e i principi delineati "devono essere rispettati in ogni circostanza".

Anche se non esiste un futuro accordo UE-Regno Unito, il documento cerca di fugare i timori di una rottura economica tra nord e sud. "Il Regno Unito proporrà soluzioni specifiche per far fronte alle circostanze uniche dell' isola d'Irlanda. Manterrà il pieno allineamento con le norme del mercato interno e dell'unione doganale, che attualmente o in futuro sosterranno la cooperazione nord-sud, l'economia delle isole e la protezione dell' accordo del 1998", dice il testo. 

Attenuate le paure unioniste

La relazione sottolinea che, per il Regno Unito, l'Irlanda del Nord rimane "parte integrante del Regno Unito, in linea con il principio del consenso". Gli unionisti sono allarmati dal fatto che il compromesso possa indebolire i legami tra l'Irlanda del Nord e il resto del Paese per allineare la sua economia con quella della Repubblica d'Irlanda.

Vengono date ulteriori garanzie agli unionisti in merito. Il Regno Unito si impegna a "preservare l' integrità del suo mercato interno e il posto dell'Irlanda del Nord al suo interno" quando il Paese di Theresa May lascerà il mercato interno UE e l'unione doganale.  

Indipendentemente dal fatto che Regno Unito e UE raggiungano o meno un accordo sulle relazioni future, il primo si impegna a "non creare nuove barriere normative" tra l'Irlanda del Nord e il resto del Paese e a garantire "libero accesso" per le imprese della provincia al resto del Regno Unito.

Diritti dei cittadini

Il testo comune siglato da UE e Regno Unito afferma che l'obiettivo generale è quello di tutelare i diritti dei cittadini delle due parti. Essi rimangono sostanzialmente invariati, anche se vi sono limiti più severi al diritto dei cittadini dell'UE di portare i familiari a vivere con loro in Gran Bretagna. Sono garantiti i diritti dei minori e dei partner di "relazioni durevoli" già esistenti. 

L'UE è scesa a compromessi sul ruolo della Corte di giustizia europea (ECJ). Bruxelles aveva chiesto che il tribunale dell'Unione europea avesse l'ultima parola in merito al mantenimento di un futuro accordo. La posizione ora concordata è che la giurisprudenza dell'UE sarà utilizzata per interpretare i patti sui diritti dei cittadini. I tribunali britannici potranno decidere se deferire le cause alla Corte di giustizia europea per un periodo di otto anni dall'entrata in vigore dell' accordo.

Le procedure per i cittadini dell'UE che chiedono lo status di residente nel Regno Unito e viceversa saranno "trasparenti, semplici e snelle", afferma il documento, evitando "oneri amministrativi superflui". Le norme esistenti in materia di sicurezza sociale e assistenza sanitaria dovrebbero continuare ad applicarsi.

La libera circolazione continua fino a una data specifica, fissata come il momento del ritiro del Regno Unito dall' UE.

L'aspetto della liquidazione economica

Il Regno Unito accetta di versare al sua parte nel bilancio dell'UE per gli anni 2019 e il 2020 "come se fosse ancora nell'Unione". Contribuirà inoltre "con la sua quota di finanziamento" alle passività dell'UE maturate prima del 31 dicembre 2020 che diventeranno esigibili in futuro.

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Non è stata fornita alcuna cifra esatta per quanto riguarda la liquidazione degli obblighi di adesione all'UE, anche se le stime variano tra i 40 e i 60 miliardi di euro. Vengono tuttavia definiti i principi per una una metodologia concordata al fine di fare bene i conti. 

Vi sono assicurazioni che il Regno Unito riceverà una parte dei benefici che avrebbe avuto se fosse rimasto membro dell'UE. I suoi contributi saranno calcolati in base agli accordi esistenti. La "buonuscita" sarà calcolata in euro.  

Altri accordi finanziari prevedono il rimborso graduale al Regno Unito del capitale versato alla Banca europea per gli investimenti.

L'UK accetta di onorare gli impegni presi prima del ritiro, ad esempio la partecipazione al programma per i rifugiati in Turchia e a quello per l'Africa. 

Altre questioni

Le due parti convengono di cooperare ulteriormente in materia di regolamentazione nucleare, visto il futuro ritiro del Regno Unito dall'Euratom, nonché in materia di polizia e sicurezza.

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Riconoscono inoltre la necessità di garantire condizioni certe per i beni immessi sul mercato prima del ritiro dalla UE, al fine di ridurre al minimo i disagiC

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