Shinzo Abe e la sua 'fissa' riformatrice tutta costituzionale

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Di Cecilia Cacciotto
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L’incarico gli è stato dato con un ceremonia formale al palazzo imperiale. Eletto di nuovo premier, Shinzo Abe, 63 anni, guarda lontano, molto lontano.

E per il Giappone, terza potenza economica mondiale, immagina un ruolo di spicco ancora più rilevante. Il Parlamento giapponese l’ha rieletto con 312 voti su 465; elezione scontata dopo la schiacciante vittoria alle legislative di due domeniche fa. Con ogni probabilità Abe confermerà lo stesso consiglio dei ministri presentato nell’ultimo rimpasto di gabinetto a inizio agosto.

A sorpresa a metà settembre aveva convocato elezioni anticipate e malgrado un tasso di popolarità molto basso è riuscito a trovare un’ampia maggioranza grazia a un sistema elettorale superato che premia le zone rurali e a un’oposizione quasi inesistente. Ha promesso fermezza di fronte alle minacce della Corea del Nord e di far fronte al calo di natalità.

Ma non è tutto.

Idea fissa di Abe è cambiare la Costituzione per rendere il Giappone un ‘Paese normale’ restituendogli il diritto alla guerra, che non ha in virtù dell’articolo 9, imposto dagli americani nel 1946. L’idea fu già del nonnno di Abe, il premier Nobusuke Kishi nella seconda metà degli anni Cinquanta. Shinzo Abe vorrebbe realizzare la riforma nel corso di questo mandato.

La maggioranza parlamentare dei 2/3 è sufficiente? Ai microfoni d’euronews l’esperto Axel Berkofski ci dice qualcosa in più come potete ascoltare nell’intervista video qui sopra.

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