Dalla Corte di giustizia UE una sentenza schiaffo per Ungheria e Slovacchia

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La corte ritiene efficace e proporzionato il sistema che prevede la ridistribuzione dei richiedenti asilo da Italia e Grecia verso altri paesi UE

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Si fa ancora più profonda la spaccatura in tema di immigrazione. Mercoledì la corte di giustizia dell’Unione europea ha respinto i ricorsi di Slovacchia e Ungheria contro il meccanismo europeo di ricollocamento dei richiedenti asilo.
Forti dell’appoggio di Polonia e Romania, i due governi avevano contestato la decisione presa in seno al Consiglio europeo nel 2015 per alleggerire la pressione migratoria in Italia e Grecia e redistribuire i rifugiati anche in altri Paesi all’interno dell’Unione europea. Una battaglia persa, pero’, dalla quale la posizione della Commissione europea ne esce rafforzata. “Per noi questa sentenza non costituisce una vittoria – ha precisato il Commissario europeo all’immigrazione Dimitris Avamopoulos -. Crediamo che sia un altro strumento nelle nostre mani per aprire nuovi modi di discussione con i nostri partner nella regione e crediamo che alla fine troveremo un terreno comune”.

Relocation is perfectly feasible if EU countries continue efforts. Resettlement opens legal pathways to Europe.Avramopoulos</a> <a href="https://twitter.com/hashtag/MigrationEU?src=hash">#MigrationEU</a> <a href="https://t.co/XdbbcpJyUU">pic.twitter.com/XdbbcpJyUU</a></p>— European Commission (EU_Commission) 6 settembre 2017

Le crepe, invece, cominciano a intravedersi all’interno dei “Quattro di Visegrad”, ostili da sempre alle politiche europee di accoglienza: Bratislava fa sapere che intende rispettare il verdetto. “La Corte ha confermato la decisione, la accettiamo e la rispettiamo – ha dichiarato il ministro degli esteri slovacco -.Dobbiamo valutarla in modo approfondito e accettarla a livello governativo”.
Reazione opposta quella del governo ungherese che – in vista delle elezioni di aprile – definisce la sentenza “oltraggiosa” e promette di continuare a combattere “con tutti i mezzi legali”.

“Se la Commissione europea cercherà di imporre il sistema di reinsediamento – ribatte il capo della diplomazia magiara – e vorrà collocare immigrati clandestini in Ungheria, allora combatteremo contro questa decisione anche in futuro. E posso dirvi che la vera battaglia inizia solo adesso dopo la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione “.
Finora la Slovacchia e l’Ungheria non hanno accolto nemmeno un rifugiato, sostenendo che il meccanismo di ricollocamento non fosse appropriato a risolvere la crisi migratoria.

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