Summit di san Pietroburgo: Putin a tuttocampo

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Di Euronews
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Geopolitica e un po’ di cabaret. È stata questa la falsariga del panel al summit economico di san Pietroburgo, moderato dalla giornalista di NBC, Megyn Kelly, a cui hanno partecipato fra gli altri il presidente russo Vladimir Putin e il premier indiano Narendra Modi.

Putin ha ovviamente rubato la scena agli altri ospiti. La Kelly ha parlato di una recente intervista del russo alla stampa francese: “Lei ha detto che Mosca è stata accusata di aver interferito nelle elezioni americane da parte di persone che non hanno voluto ammettere la sconfitta. Eppure 17 servizi di sicurezza apartitici e non formati da politici di professione, hanno invece affermato che la Russia ha inteferito”.

Così Putin: “Ho letto questi rapporti. Anche su questi non c’erano accuse specifiche. C’erano solo ipotesi e conclusioni basate su ipotesi. Tutto qui”.

La Kelly ha incalzato: “In risposta alla domanda, dove siano le prove, di questa disinformazione, bisogna amettere che è difficile trovare pistole fumanti o prove inoppugnabili. Quello che dicono gli esperti è però che alcune accuse non potevano essere inventate che ci sono però cento fattori che puntano verso la Russia”

Putin si è difeso attaccando: “Dico che il problema è della politica interna americana. Lo staff di campagna del presidente Trump è stato molto più efficace durante la campagna stessa. Persino io, ho creduto che durante la campagna, Trump le sparasse troppo grosse, ma poi ho dovuto ammettere che aveva ragione. Ha voluto scommettere su di un particolare gruppo di elettori e questi hanno effettivamente votato per lui”.

Putin si riferiva alle affermazioni di Trump secondo cui gruppi di pressione avrebbero fatto di tutto per sostenere l’avversaria Clinton e che lui avrebbe invece cercato di rappresentare gli americani dimenticati dalla globalizzazione, che poi hanno dimostrato di apprezzare le promesse di campagna realizzate da questo presidente.

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