Il direttore ad interim del federal bureau difende l'ex direttore appena licenziato Comey e l'inchiesta sul Russiagate
Dopo il licenziamento del direttore dell’FBI James Comey , è scontro tra il presidente Trump e i vertici del federal bureau; Comey indagava sul Russiagate, cioè le presunte influenze russe sulle presidenziali americane e il dubbio, per molti la certezza, è che per questo motivo sia stato fatto fuori.
Il presidente americano cerca di dissimulare col solito linguaggio: “Era uno spaccone,uno sbruffone. L’FBI ha avuto problemi. Lo sapete voi e lo so io, tutti lo sanno. Contro ogni raccomandazione l’ho licenziato” – ha detto in un’intervista alla NBC.
Una viceportavoce della casa bianca ha fatto sapere alla stampa che Trump ha licenziato Comey perché non lo riteneva all’altezza del ruolo. Posizione non gradita ai vertici dell’agenzia federale e il direttore ad interim dell’FBI Andrew McCabe non l’ha mandata a dire, e ha marcato la distanza dalla casa bianca meglio che ha potuto: “Posso dire di aver tenuto il direttore Comey nel più assoluto riguardo. Ho molto rispetto per le sue considerevoli doti e la sua integrità ed è stato per me un grandissimo privilegio ed onore lavorare con lui. Posso anche dirvi che il direttore Comey ha avuto un ampio appoggio dentro l’FBI ed è ancora così”.
Inoltre McCabe, davanti ai senatori, ha aggiunto di tenere in grande considerazione l’inchiesta sul Russiagate, e di essere pronto a denunciare al senato eventuali tentativi di interromperla. In un clima così teso sarà difficile anche per il congresso studiare le mosse, con i democratici in imbarazzo perché Comey fu colui che indagò su Hillary Clinton per l’uso di un server privato di mail mentre era segretario di Stato. Un nemico, difficile da difendere.
‘Comey? Un licenziamento spericolato’, qui l’opinione del nostro corrispondente da Washington