Ottenuta la Presidenza della Repubblica francese, Emmanuel Macron si tuffa in pieno nelle legislative, per non correre il rischio di essere ricordato per la vittoria di Pirro, come sarebbe quella di u
Ottenuta la Presidenza della Repubblica francese, Emmanuel Macron si tuffa in pieno nelle legislative, per non correre il rischio di essere ricordato per la vittoria di Pirro, come sarebbe quella di un presidente privo di maggioranza.
Il fatto è che in campagna elettorale aveva detto di non volersi alleare, con il suo movimento En Marche, ad altri partiti. Ed aveva promesso di rinnovare la classe politica. A giudicare dalle candidature per le legislative di giugno un primo passo c‘è, come sottolinea il segretario generale del partito:
“Tra i candidati scelti per le legislative, 214 sono uomini ed altrettante donne, e il 52% viene dalla società civile, non hanno mai avuto mandati elettivi e non esercitano mandati politici, e quindi la promessa di rinnovamento è mantenuta”.
Restano da scegliere, entro i prossimi giorni, poco meno di 150 altri candidati, e alcune sono questioni spinose da risolvere, come quella dell’ex premier socialista Manuel Valls, che aveva comunicato la propria candidatura per En Marche, ora ribattezzato “La Republique En Marche”. A Valls era stato detto di no, perché non si è iscritto al partito. Ma in quella circoscrizione il posto non è ancora stato assegnato. Nel frattempo il presidente uscente ha diretto l’ultimo Consiglio dei Ministri perché il primo ministro si è dimesso, per lasciar posto al prossimo, il cui nome è tuttora sconosciuto.