Russia-gate: i contatti del genero di Trump con la banca sotto sanzioni

Russia-gate: i contatti del genero di Trump con la banca sotto sanzioni
Di Diego Giuliani

Lo tsunami scatenato dal Russiagate si avvicina sempre più a Donald Trump e investe appieno la Commissione intelligence della Camera dei rappresentanti.

Lo tsunami scatenato dal Russiagate si avvicina sempre più a Donald Trump e investe appieno la Commissione intelligence della Camera dei rappresentanti. Nell’occhio del ciclone il genero del presidente e consigliere della Casa Bianca, Jared Kushner, e i suoi contatti con la banca russa Vnesheconombank (VEB), oggetto di sanzioni dai tempi dell’amministrazione Obama.

Dopo la conferma di un incontro a dicembre con il suo vicepresidente Sergei Gorkov, arrivata dall’istituto di credito e dalla stessa Casa Bianca, la Commissione intelligence del Senato vuole ora chiarire se i due abbiano parlato di investimenti in proprietà immobiliari riconducibili a Trump. La Vnesheconombank ha motivato l’incontro, sostenendo che facesse parte di numerosi altri, organizzati in diversi paesi e continenti, nell’ambito della sua nuova strategia finanziaria.

Trump contrattacca: “La Commissione indaghi su Bill e Hillary Clinton

La difesa di Donald Trump consiste come sempre in una strategia d’attacco: “Perché la Commissione Intelligence della Camera non indaga su Bill e Hillary Clinton”, ha twittato il Presidente. Il riferimento fatto da Trump nel suo messaggio è a un accordo fra l’agenzia atomica russa, Rosatom, e una compagnia canadese operante nel settore dell’uranio, secondo un’inchiesta del New York Times favorito da Bill e Hillary Clinton.

“David Nunes si dimetta”. Nel mirino la visita alla Casa Bianca del Presidente della Commissione Intelligence della Camera

Nella tempesta finisce intanto David Nunes il presidente repubblicano di un’analoga commissione, istituita alla Camera dei Rappresentanti.A far gridare alle dimissioni Adam Schiff, il suo esponente democratico più altro in grado, il fatto che alla vigilia delle sue rivelazioni su possibili intercettazioni ai danni di collaboratori di Trump, Nunes si fosse recato alla Casa Bianca. Quanto basta, per i suoi critici, a metterne in dubbio l’indipendenza. A chi lo accusa di aver ricevuto un’imbeccata, Nunes replica che la Casa Bianca era stata semplicemente scelta luogo d’incontro “protetto” per ricevere le informazioni dalla sua fonte.

Notizie correlate