Yemen: la guerra dimenticata

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Di Cecilia Cacciotto
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Almeno 10 persone sono rimaste uccise e 20 ferite in Yemen nell’ultimo attacco sferrato contro un mercato nella città di Taiz.

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Almeno 10 persone sono rimaste uccise e 20 ferite in Yemen nell’ultimo attacco sferrato contro un mercato nella città di Taiz.

Il tiro d’artiglieria ha centrato l’obiettivo in un’ora di relativo movimento.

L’attacco è attribuito ai ribelli sciiti Houthi.

La città di Taiz, la terza dello Yemen, è interamente circondata dai ribelli Houthi e i loro alleati, che sostengono l’ex presidente Ali Abdallah Saleh.

Nel Paese è in atto una guerra civile che dal marzo dell’anno scorso ha fatto oltre 6000 morti.
Il conflitto oppone gli Houthi, originari del nord dello Yemen, alle forze del presidente Abd Rabbo Mansour Hadi.

Yemen: la soluzione separatista per uscire dal conflitto https://t.co/givVqtZARmpic.twitter.com/atpn7eEnuL

— allnews24 (@allnews24eu) October 3, 2016

Il conflitto di oggi ha radici più lontane e trova un primo sfogo nella primavera araba.

Ali Abdallah Saleh è presidente del nord dello Yemen dal 1978. Nel 1990 diventa presidente dello Yemen riunificato.

Nel 2011 viene cacciato e l’anno dopo viene eletto Abd Rabbo Mansour Hadi. L’elezione è riconosciuto a livello internazionale.

Scoppia la guerra civile, che vede opporsi i ribelli Houthi alle forze che sostengono l’attuale presidente Hadi. Oggi in esilio in Arabia Saudita.

Chi controlla cosa in Yemen

Quest’ultima guida dal marzo del 2015 una coalizione araba che sostiene le forze governative con raid aerei e impone un blocco navale, terrestre e aereo sull’intero territorio nazionale.

I combattimenti si sono intensificati dopo la sospensione lo scorso agosto di tre mesi di negoziati condotti in Kwait sotto l’egida dell’Onu.

In Yemen si consuma anche la guerra per procura tra l’Arabia saudita, sunnita che sostiene i presidente Hadi, e l’Iran sciita che si muove nell’ombra sostenendo gli Houthi, secondo l’Arabia Saudita.

A pagare il prezzo più alto come sempre i civili.
Il direttore delle operazioni umanitarie dell’Onu si è detto molto preoccupato :

Stephen O’Brien:

“Siamo riusciti a evitare quello che poteva diventare una carestia, anche se i confini sono molto labili.
Abbiamo bisogno di agevolazioni da parte delle autorità a tutti i livelli e ovunque in Yemen, che sia a Sanaa o Hodeidah o altrove. Le autorità devono aiutarci non metterci ostacoli amministrativi, devono fidarsi di noi”.

L'Alto Comm.Onu per Diritti Umani chiede Commissione indipendente sul conflitto in #Yemen. UE e Italia rispondano: https://t.co/ujJio3Gmrb

— Giorgio Beretta (@beretta_g) September 14, 2016

Secondo l’Onu, l’80% della popolazione manca di beni di prima necessità, 3 milioni di persone soffrono la fame. Di questi almeno un milione e mezzo sono bambini. E con uno sguardo rivolto ai bambini, l’Unificef chiede di proteggere le scuole.

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