Russia, il nuovo scacchiere sull'asse Ankara-Teheran

Russia, il nuovo scacchiere sull'asse Ankara-Teheran
Di Michela Monte
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Il Cremlino ha tutto da guadagnare da un asse forte tra le due potenze della regione, l'Iran e la Turchia. Un'asse che punta a limitare l'espansione dell'influenza occidentale.

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Jet russi che bombardano la Siria. Immagini diventate abituali, dopo che la Russia ha deciso di entrare in guerra al fianco di Damasco, quasi un anno fa. Questi jet però sono partiti dall’Iran, che dal 1979 non autorizzava l’uso delle proprie basi verso un Paese terzo.
Questo rappresenta un vantaggio tattico e logistico per la Russia, che accorcia i tempi di volo e facilita il trasporto di bombe. Ma la novità è prima di tutto politica, le due potenze hanno iniziato un nuovo corso.

I due alleati storici di Damasco, che sono favorevoli ad Assad al potere, hanno costituito un fronte politico compatto in grado di decidere le sorti del conflitto.

Alaeddin Boroujerdi, Capo della Commissione parlamentare in Iran per la sicurezza: “I siriani sono in prima linea nella resistenza, stiamo dalla parte della Siria. Siamo venuti qui per annunciare il nostro supporto alla Siria”.

Ponendosi al fianco del potenete alleato russo, l’Iran esce inoltre dal cono d’ombra e riconquista un posto di prima importanza nello scacchiere internazionale.
La Russia torna invece a far sentire la propria influenza in Medio Oriente. Un tassello determinante negli equilibri dell’area.

La priorità per Mosca è fermare la diffusione dell’Islam radicale sunnita. l’Iran sciita, non sarà mai una minaccia per i suoi interessi nelle ex Repubbliche del Caucaso, musulmane e sunnite.

Inoltre il Cremlino ha tutto da guadagnare da un asse forte tra le due potenze della regione, l’Iran e la Turchia. Un’asse che punta a limitare l’espansione dell’influenza statunitense:

Andrew Tabler, analista Washington Institute for Near East Policy: “Per la prima volta la Russia ha fatto base in Iran, rappresenta uno sviluppo nuovo del conflitto in Siria, non necessariamente dal punto di vista militare, ma in termini strategici. E si può vedere molto chiaramente come i russi giochino carte importanti dal punto di vista politico, la Siria ne è un esempio, mentre gli Stati Uniti stanno più sulla difensiva”.

In questo contensto le vecchie frizioni tra Mosca e Ankare vanno necessariamente messe da parte. La riconciliazione dunque è ormai fatta. Anche da parte dell’Iran che ha momentaneamente sotterrato la sua inimicizia storica con la Turchia.

L’obiettivo ora più che mai è contrastare l’influenza occidentale nella regione, come afferma Huseyin Bagci, professore alla Università tecnica del Medio Oriente:

“C‘è una sfiducia, da parte dei Turchi nei confronti degli Stati Uniti, la Nato e i Paesi europei emaggiore fiducia invece verso Putin. È qualcosa di nuovo nelle nostre relazioni”.

Secondo fonti ufficali del Cremlino, gli attacchi condotti in Siria dall’Iran hanno permesso la distruzione di due campi base dell’organizzazione Stato Islamico uccidendo oltre 150 combattenti.

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