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Pokemon go in Giappone. La nuova mania causa incidenti e c'è chi dice: è un big brother

Pokemon go in Giappone. La nuova mania causa incidenti e c'è chi dice: è un big brother
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Di Lilia Rotoloni Agenzie: Repubblica.it
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partita la caccia ai pokemon anche in Giappone.

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partita la caccia ai pokemon anche in Giappone. La Nintendo ha messo sul mercato l’ormai famosa app pure nel paese in cui sono stati inventati i mostriciattoli.

Il gioco si basa sulla realtà aumentata. L’immagine del pokemon appare sovrapposta a luoghi reali e il gocatore può lanciare la sua battuta di caccia.

Come già altrove, in Giappone il gioco si avvia ad essere un grande successo, i consumatori sembrano conquistati:

È come me l’ero immaginato, è davvero divertente. E mi dà una buona ragione per uscire, mi sta proprio piacendo.

Sono sicuro che ci passerò parecchio tempo, ma ha anche sentito parlare di incidenti, per cui ho qualche timore. Ma qui siamo in Giappone, un paese tranquillo, non penso che ci saranno parecchi problemi.

Il pericolo è di perdersi nella realtà aumentata e dimenticare la realtà vera e propria, come è successo a un automobilista di Baltimora che, giocando alla guida, è andato a sbattere contro una volante della polizia.

Ma il vero rischio, forse, è un altro ossia la massa di dati personali che il giocatore deve acconsentire a rivelare per scaricare la app.

Tanto che c‘è chi parla di un nuovo totalitarismo in agguato.

L’app è stata sviluppata dalla Nintendo con l’affiliata statunitense Niantic Inc , con sede a San Francisco, una piattaforma di giochi digitali che apparteneva a Google.

Al Comic-con di San Diego, il regista statunitense Oliver Stone , tre volte premio Oscar, ha detto:

_Il Pokemon go è un capitalismo di sorveglianza, un nuovo livello di invasione che potrebbe portare al totalitarismo’.

Per poter funzionare, la app necessita infatti dell’accesso all’intero account Google sul sistema operativo della Apple, inclusi email, posizionamento e storia del proprio browser.

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