Un minuto di silenzio ha aperto una giornata complicata, in cui la Francia si interroga sull’equilibrio tra diritti individuali e sicurezza collettiva.
Un minuto di silenzio ha aperto una giornata complicata, in cui la Francia si interroga sull’equilibrio tra diritti individuali e sicurezza collettiva.
Larossi Aballa, di nuovo un “lupo solitario”, di nuovo qualcuno già noto alle forze dell’ordine e tenuto sotto osservazione: ha ucciso un commissario di polizia mentre rientrava a casa, poi si è barricato nell’abitazione dove ha ucciso la moglie, anche lei agente, ed è stato ucciso dalle forze speciali, che hanno trovato in vita solo il figlio della coppia, di appena tre anni. Paralizzato da quello che ha visto, e in qualche modo lo è anche il governo francese:
“Altre persone innocenti moriranno – ha detto il Primo Ministro negli studi di un’emittente radiofonica -: mi accuseranno, e lo capisco, di rendere la società ancora più ansiosa di quanto già sia dopo questi eventi. Ma sfortunatamente è la realtà, e ci vorrà un’intera generazione”.
Il 25enne di Maintes-la-Vallée, alle porte di Parigi, era stato in carcere per legami con una filiera jihadista, era stato sorvegliato, anche la sua utenza telefonica era controllata. Ma negli ultimi tre anni non ha dato adito a sospetti. Ora, la polizia ha effettuato dei raid nel quartiere, e tre persone sono in stato di fermo.