Jamala: La politica? Mai! Dopo l'Eurovision una tournée e presto un nuovo album

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Per la seconda volta, l’Ucraina si è aggiudicata l’Eurovision Song Contest.

Per la seconda volta, l’Ucraina si è aggiudicata l’Eurovision Song Contest. Il precedente risale al 2004, con “Wild Dances” di Ruslana. Quest’anno, è stata la cantante di origine tatara Jamala a portare la vittoria a Kiev.

Maria Korenyuk, euronews: Jamala, grazie per aver accettato il nostro invito e complimenti per questa vittoria! Si aspettava di vincere? E’ stata una competizione relativamente facile o agguerrita?

Jamala, vincitrice dell’Eurovision Song Contest 2016: Di certo non è stato facile. Vincere non era scontato perché la mia canzone è insolita per un concorso come questo. Fin dall’inizio è stata considerata strana, triste. E’ stato molto difficile presentare un pezzo così intimo, così personale, in una competizione tutto sommato leggera.

Biografia: Jamala

  • Jamala (all’anagrafe: Susana Jamaladinova) è una cantante, cantautrice e attrice ucraina.
  • E’ nata nel 1983 a Osh, nel Kirghizistan sovietico. Nei tardi anni Ottanta si trasferì con la famiglia in Crimea, terra d’origine di suo padre.
  • Si è diplomata come cantante lirica all’Accademia nazionale di musica Tchaikovsky, in Ucraina.
  • Canta in ucraino, tataro di Crimea, russo e inglese.

euronews: “1944” è il titolo della sua canzone ed è anche una data che ricorda l’avvenimento più tragico nella storia dei tatari di Crimea. Nel maggio 1944, Iosif Stalin ordinò la deportazione di questa popolazione. Lei ha detto che la canzone racconta la storia della sua famiglia. Che cosa accadde ai suoi parenti?

Jamala: E’ successo il 18 maggio 1944, verso le tre del mattino. I funzionari del Commissariato del Popolo per gli Affari Interni arrivarono e dissero: fate i bagagli, avete quindici minuti. La mia trisavola Nazalkan aveva cinque figli: quattro maschi e una femmina. Sono stati fatti salire su un treno e deportati dalla Crimea all’Asia centrale. Trascorsero diverse settimane su quel treno, senza cibo e senza acqua. E mentre erano sul treno, la bambina morì. Ho capito che avevo voglia di scrivere di tutto questo.

euronews: Nel 2014 sono accaduti altri fatti in Crimea… Ha capito di cosa sto parlando: l’annessione russa della penisola, l’oppressione e la repressione dei tatari di Crimea. Questi avvenimenti hanno influito sulla sua scelta? Crede che l’abbiano spinta a scrivere “1944” in questo momento?

Jamala: Posso dire che quello che è successo è stato un altro evento traumatico e probabilmente costituisce una ragione in più per cui è nato questo brano. Ma ho sempre precisato che la canzone parla dei fatti avvenuti nel 1944 ed è per questo che ho scelto quel titolo.

euronews: I suoi genitori sono ancora in Crimea, vivono in una comunità tatara soggetta a repressioni. Pensa che l’atteggiamento nei confronti della sua famiglia sia cambiato, dopo la sua vittoria? Qualcuno si è congratulato con loro?

Jamala: Hanno ricevuto molti complimenti, diverse persone che non conoscevano sono venute a visitarli a casa, portando anche dei dolci. Quel giorno, anche i residenti di Crimea che non sono pro-ucraini hanno avuto la sensazione che fosse anche una loro vittoria. Magari non è durato a lungo, ma sono stati giorni di unità.

euronews: Chi le ha trasmesso l’amore per la musica? Sono stati i suoi genitori?

Jamala: Si, sono stati loro, certamente. Sono entrambi musicisti. Mio padre suona la fisarmonica, mia madre suonava il piano, era insegnante di musica e insegna tutt’ora ai bambini. Un tempo, organizzavamo dei ritrovi di famiglia nel corso dei quali cantavamo canzoni ucraine, greche, armene e azere. La musica è sempre stata presente nella nostra casa. C’era molta musica.

euronews: Come si è preparata per il concorso? Che cosa fa prima di salire sul palco? Segue un rituale particolare? A cosa pensa per entrare in sintonia con il brano e riuscire a interpretarlo al meglio?

Jamala: Se parliamo di “1944”, è stato molto difficile. Ho cercato di immaginare che cosa avrei provato nel 1944. In un concorso canoro, mentre aspetti di entrare in scena, magari c‘è qualcuno che canta una canzone come “Soldiers of Love”. Tu hai solo tre minuti per fare capire al pubblico che cosa vuoi dire con il tuo brano. E quando è stato il mio turno di entrare in scena, avevo gli occhi pieni di lacrime. Se canti il dolore senza provarlo davvero, non funziona… nessuno ti crederà!

euronews: Lei è una cantante di successo, e ora non più soltanto in Ucraina. Ha iniziato a lavorare come attrice. Ma potrebbe essere coinvolta anche in attività pubbliche. Il presidente ucraino Poroshenko ha detto che lei è stata nominata Ambasciatrice di buona volontà dell’Unicef. A quanto pare, le verrà chiesto di entrare in politica. Si sente pronta a fare qualcosa di diverso da cantare?

Jamala: No, per niente. Sa che cosa ho pensato quando sono tornata a casa dopo la vittoria? Mi sono seduta e mi sono detta: vorrei scrivere un nuovo album, mi piacerebbe nascondermi da qualche parte in un seminterrato insieme ai miei musicisti e suonare. Entrare in politica? No, per nessun motivo! In politica non c‘è posto per i sentimenti e io non posso vivere senza sentimenti. Ecco perché la politica non fa per me.

euronews: Mi sembrerebbe normale volersi riposare dopo tutta la fatica che ha fatto per prepararsi alla gara di Eurovision. Invece, sta per andare in tournée con il suo ultimo album. La domanda è semplice: Dove trova tutta questa energia?

Jamala: Francamente, sono le persone a darmi la carica. Quando mi hanno accolta all’aeroporto di Kiev, mi sono messa a piangere dalla gioia. C’erano bambini che piangevano, adulti che piangevano, io che piangevo… E’ stata una sensazione che… non riesco a descrivere. Penso che la gente possa assorbire la tua energia, ma è anche capace di restituirla. Ecco perché il piacere più grande e la più grande ispirazione provengono dalla gente. Certo, potrei andare in vacanza. Adoro il mare, l’oceano, i fiumi e i laghi. Ma adesso non ho tempo per queste cose. Voglio cantare. Voglio dare alla gente il meglio che ho da offrire.

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