USA: alt della Corte suprema al piano di Obama sull'energia pulita

La determinazione di Barack Obama nel voler capeggiare la lotta globale contro i cambiamenti climatici si scontra con la Corte suprema americana. Il massimo tribunale federale ha messo in standby il piano del presidente volto a ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica.
La corte ha accolto la richiesta di 27 Stati (in maggioranza a guida repubblicana) e di diverse aziende affinché venisse bloccato il piano Clean Power almeno fino a quando una corte di appello non si pronuncerà su un eventuale conflitto di competenza.
Clean Power prevede, entro il 2030, la riduzione del 32% delle emissioni di anidride carbonica prodotte dalle centrali termoelettriche rispetto ai livelli del 2005. Si tratta di uno dei punti chiave della strategia messa a punto dall’amministrazione Obama
per contrastare il surriscaldamento della Terra.
Proprio durante il suo ultimo discorso sullo Stato dell’Unione, il capo della Casa Bianca aveva esortato il Congresso a sostenere la transizione del Paese verso l’energia pulita: “Anche se non ci fosse in gioco il pianeta, anche se il 2014 non fosse stato l’anno più caldo di sempre – finché il 2015 non lo è diventato – perché dovremmo far perdere alle imprese statunitensi l’opportunità di produrre e vendere l’energia del futuro?”
Mesi fa, Stati come il West Virginia e il Texas, grandi produttori di carbone e petrolio, hanno deciso di portare il piano in tribunale sostenendo che la sua entrata in vigore avrebbe avuto un impatto devastante sulla loro economia.
Il caso sarà discusso in giugno dalla Corte d’Appello del Distretto di Columbia. Nel frattempo gli Stati recalcitranti non avranno l’obbligo di iniziare a ridurre le emissioni, come previsto.
In dicembre, a Parigi, davanti al mondo intero gli Stati Uniti avevano promesso che avrebbero fatto la loro parte nella lotta contro i cambiamenti climatici. Un impegno che ora sembra in forse, se il piano Clean Power rimanesse solo sulla carta.
L’accordo universale raggiunto durante la Cop 21 sarà ratificato dai Paesi aderenti entro aprile. Se gli Stati Uniti – uno dei Paesi che inquinano di più al mondo – rivedessero la propria posizione, altri (come Cina, India e Brasile) si sentirebbero autorizzati a fare lo stesso.
The science couldn't be clearer – we owe it to our kids to do everything we can to combat climate change. pic.twitter.com/497Wkkve58
— President Obama (@POTUS) January 25, 2016