Gelo fra Londra e Mosca dopo la pubblicazione del rapporto sulla morte di Alexander Litvinenko, ex agente dei servizi segreti russi e oppositore di
Gelo fra Londra e Mosca dopo la pubblicazione del rapporto sulla morte di Alexander Litvinenko, ex agente dei servizi segreti russi e oppositore di Putin, avvenuta quasi dieci anni fa. “Il presidente russo e l’FSB avevano motivi per assassinarlo”, ha affermato Robert Owen, il magistrato a capo dell’inchiesta pubblica britannica.
Il primo ministro David Cameron punta il dito contro Mosca, anche se ammette che è importante mantenere buone relazioni per arrivare a un accordo sulla Siria.
“Quello che è accaduto è completamente spaventoso – ha sottolineato Cameron – questo rapporto conferma quello che abbiamo sempre creduto e che l’ultimo governo laburista all’epoca pensava di questo omicidio orribile, ossia che è un’azione sponsorizzata da uno Stato. Per questo quel governo decise di espellere dei diplomatici russi, di emettere mandati di arresto e di rifiutare la cooperazione con le agenzie di intelligence russe. Queste misure restano in vigore”.
Litvinenko morì alla fine di novembre del 2006 dopo tre settimane di agonia. Dal letto di ospedale aveva accusato Putin di aver ordinato la sua uccisione.
L’inchiesta pubblica britannica conclude che Andrei Lugovoi e Dmitri Kovtun abbiano messo del polonio 210, una sostanza altamente radioattiva e rara, nella teiera con la quale si servì Litvinenko, il primo novembre incontrandoli all’hotel Millennium di Londra.
I loro asset sono stati congelati e la polizia britannica ne ha chiesto l’estradizione a Mosca.