Rublo e petrolio, bestia nera di Mosca

La Russia chiude il 2015 con il crollo della quotazione del rublo, la piú bassa da un anno a questa parte, che tocca nuovi minimi nei confronti sia del dollaro che dell’euro anche sull’onda dei prezzi bassi del petrolio.
In particolare si è registrato un nuovo record negativo nei confronti del biglietto verde, il cui cambio mercoledí si è attestato a 72,8 rubli per dollaro e 80 rubli per euro.
La crisi dell’economia mondiale e le sanzioni imposte dall’Occidente al Paese hanno fatto il resto e reso fortemente instabile l’economia russa.
“Si tratta di un normale processo dinamico – dice Yury di Mosca – E’ come deve essere, il tasso di cambio rispecchia la situazione nel paese. Non c‘è niente di strano. Sopravviveremo.”
“É di certo più difficile per chi si sposta in Europa – dice Marina -, ma alla maggior parte delle persone che vive qui non importa se il cambio cresce o no.”
La Banca centrale ha previsto che se il prezzo del barile dovesse restare ai livelli attuali, nel 2016 il Pil potrebbe scendere di oltre il 2% dopo il -3,7% del 2015.
Intanto, il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov ha assicurato che il deficit russo per il 2015 resta compreso nella forchetta 2,8-2,9% del Pil, ma che il prezzo del petrolio potrebbe scendere fino a toccare i 30 dollari al barile e il Paese deve essere pronto ad affrontare la situazione.