Clima, conferenza di Parigi: una corsa contro il tempo sorvegliata da 10.000 agenti di polizia

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Di Andrea Neri
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È una Parigi ferita ma non per questo meno combattiva quella che accoglie 150 Capi di Stato e di governo con lo scopo di raggiungere un’accordo sul

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È una Parigi ferita ma non per questo meno combattiva quella che accoglie 150 Capi di Stato e di governo con lo scopo di raggiungere un’accordo sul clima che permetta di frenare il surriscaldamento del pianeta.

L’obiettivo dichiarato è quello di mantenere la temperatura media della superficie terrestre sotto i 2° rispetto alla temperatura del periodo pre-industriale. Un obiettivo che, secondo un giudizio pressoché unanime, sarà disatteso.

La Cop21 comincia con l’invito del Ministro degli Esteri francese Laurent Fabius a fare progressi sin dalle prime ore del vertice: sperare nell’accordo dell’ultima notte non è credibile ha detto. A parlare è l’esperienza del grande flop di 6 anni fa a Copenaghen.

Il climatologo belga Jean-Pascal van Ypersele, membro del Consiglio Federale Belga per lo Sviluppo Sostenibile: “Sarebbe molto meglio arrivare ad un accordo anche se fosse un accordo insufficiente piuttosto che non ottenere alcun accordo. Anche se la somma delle intenzioni non permetterà, lo sanno tutti, di limitare il riscaldamento ai 2° centigradi”.

Pascal Canfin, consulente per il clima al WRI, World Ressources Institute: “Oggi il mondo economico si è veramente mobilitato, il settore finanziario, e questo rende una decisione politica più facile o comunque meno difficile di quanto non lo fosse nel 2009 a Copenaghen” assicura.

L’evento si svolge in condizioni di sicurezza assolutamente eccezionali, ad appena due settimane dagli attentati di Parigi costati la vita a 130 persone. Durante le prossime due settimane, fino all’11 dicembre, sono in servizio al Bourget 2.800 agenti oltre ai 6.300 dispiegati a Parigi

L’inviato di euronews Grégoire Lory: “Le discussioni tecniche sono cominciate leggermente in anticipo rispetto al programma, proprio per aver più tempo, più possibilità per arrivare a un accordo nei limiti stabiliti dalle Nazioni Unite. I 195 Paesi rappresentati a Parigi hanno fino all’11 dicembre per arrivare ad un compromesso”.

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