Le indagini sull’attentato di Ankara si orientano su una possibile matrice jihadista. Il premier Ahmet Davutoglu afferma che la strage è stata
Le indagini sull’attentato di Ankara si orientano su una possibile matrice jihadista.
Il premier Ahmet Davutoglu afferma che la strage è stata compiuta per influenzare le elezioni del primo novembre e annuncia che le autorità sono vicine ad identificare uno dei due kamikaze.
Per il capo del governo, i sospetti si concentrano sull’Isil, anche se non si escludono la pista curda, quindi il PKK, e i marxisti-leninisti del DHKP-C.
“Queste tre organizzazioni terroristiche – precisa Davutoglu – sono potenzialmente sospettate, ma se consideriamo come è avvenuto l’attacco e pensiamo al contesto generale degli avvenimenti, il primo sospettato è l’Isil.”
Le due esplosioni, avvenute a pochi secondi di distanza, hanno provocato almeno 97 morti, secondo il governo (128 secondo l’HDP). Circa 500 i feriti.
Gli inquirenti stanno confrontando il DNA di corpi non identificati, che potrebbero appartenere ai due assalitori suicidi, con quelli dei familiari di giovani partiti per la jihad.
Secondo i media turchi, uno dei kamikaze potrebbe essere il fratello del ventenne che a luglio causò l’attentato di Suruc, un attacco attribuito all’Isil e che presenta similitudini con quello di Ankara.