Grecia, elezioni. Alexis Tsipras: "La maggioranza assoluta è alla nostra portata"

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Da Premier voleva cambiare la Vecchia Europa e ha finito per firmare un terzo piano di salvataggio. Ora chiede ai greci di tornare alle urne per dargli ancora fiducia.

Efi Koutsokosta, euronews:
“Alcuni mesi fa, il popolo greco ha votato per lei perché ha promesso che avrebbe posto fine all’austerità, ai piani di salvataggio, promesse che non é riuscito a mantenere. Perché dovrebbero ancora darle fiducia?”.

Alexis Tsipras, ex premier e leader Syriza:
“Sette mesi fa, abbiamo promesso al popolo greco che avremmo combattuto duramente, ci saremmo battuti senza risparmiarci per loro, per i loro diritti e allo stesso tempo perché l’Europa cambiasse. Perché sappiamo di appartenere alla famiglia europea e il cambiamento non può riguardare un solo Paese, è l’Europa intera a dover cambiare direzione. Abbiamo mantenuto la nostra promessa e i greci lo sanno”.

euronews:
“Cosa accadrà adesso?”.

Alexis Tsipras:
“Adesso c‘è un accordo, che lei ha definito come un duro piano di salvataggio, ma sapevamo fin dall’inizio che ogni compromesso avrebbe condotto ad un accordo. Il nostro scopo era l’accordo non certo il “Grexit” o lo smantellamento dell’eurozona. Ora, per la prima volta la ristrutturazione del debito rappresenta un opzione per la Grecia. Non si discute più se interventi di alleggerimento debbano essere fatti, ma come debbano essere fatti. I greci non possono proporsi sui mercati e pensare di suscitare interesse, con un debito passato dal 120% al 180% dopo 4 anni di letali politiche di austerità”.

euronews:
“Non se n‘è discusso nel 2012? L’Eurogruppo non ha avanzato l’ipotesi che ci sarebbe stato un esame del debito?”.

Alexis Tsipras:
“Si tratta proprio di questo. Se ne è parlato ma senza prendere alcuna decisione pratica, si è detto che quando la Grecia avrebbe raggiunto l’avanzo primario si sarebbero prese delle decisioni. E non è accaduto. E non solo il governo Samaras non ha messo la questione sul tavolo, ma ha sempre sostenuto che il debito era sostenibile. Oggi abbiamo alleati molto potenti. Anche il Fondo Monetario Internazionale parla chiaramente della ristrutturazione del debito”.

euronews:
“A proposito del debito, cosa farebbe se riuscisse a formare un governo? Un alleggerimento del debito è sempre nella sua agenda?”.

Alexis Tsipras:
“In primo luogo penso che la parte del nostro accordo sul finanziamento rappresenti un grande successo per il nostro governo. Lei ha seguito e il suo canale televisivo ha coperto, tutte le fasi del negoziato, ricorderete quindi come i Paesi del nord, inclusa la Germania, non volevano nemmeno discutere di accordare nuova liquidità alla Grecia. E ora non c‘è solo la liquidità ma tutti i bisogni del Paese sono completamente coperti fino al 2019 e questa di fatto, è una mini ristrutturazione del debito, perché i bond della BCE e del FMI, che abbiamo dovuto ripagare avevano un interesse del 4.5% e del 3.8%, e ora sotto il MES (Meccanismo europeo di stabilità) l’interesse è dell’ 1.5%. Quindi si tratta di una mini ristrutturazione, attraverso la riduzione del costi del prestito. Le nostre banche saranno inoltre garantite dal processo di ricapitalizzazione, fino alla fine del 2015. Quindi prima che scattino i piani di salvataggio nel 2016, tutti i depositi dei greci saranno già garantiti”.

euronews:
“Ora lei ha un programma che include le riforme. La Grecia e i governi precedenti sono stati criticati perché non le hanno fatte le riforme. Quali sono quelle che propone lei? Lei parla la stessa lingua dei suoi partner europei? Le privatizzazioni o la liberalizzazione delle professioni sono considerate riforme da lei? Cose che i creditori chiedono al governo greco”.

Alexis Tsipras:
“Senta, il principale problema della leadership europea è che è dominata da politiche neoliberiste dogmatiche ed estreme rispetto alla realtà circostante. Certo, la Grecia ha bisogno di riforme. Ma se parliamo della liberalizzazione delle professioni, non comincerei dai parrucchieri, ma dai proprietari dei media. Se parliamo della necessità delle riforme, non intendo la vendita delle proprietà pubbliche, ma una riforma dello Stato che lo renda efficiente nel servire i cittadini.
Per esempio, se avessimo avuto il tempo e se non avessimo ereditato “Il Fondo per lo Sviluppo dei Beni ellenici”, che è un errore, avremmo potuto salvare beni pubblici. Per esempio 14 aeroporti regionali”.

euronews: “Procederà con le privatizzazioni”? Alexis Tsipras:
“Portano profitti per 350 milioni di euro l’anno. Tra 30 anni potremmo avere profitti maggiori… Ma lei mi ha chiesto delle privatizzazioni …”

euronews:
“In particolare degli aeroporti, è un punto molto controverso”.

Alexis Tsipras:
“Non intendo evitare nessuna domanda. Capisce che la privatizzazione degli aeroporti rappresentava una richiesta specifica. Non voglio commentare il perché. Immagino che lo abbiano capito tutti. C’erano interessi particolari. Nonostante ciò, noi siamo persone oneste e onoreremo gli accordi presi. Ci siamo impegnati quindi lo faremo. Chiediamo però lo stesso all’altra parte.
Perché l’accordo ha di certo dei punti negativi, come ho detto in precedenza, ma include anche che si tornerà al contratto collettivo e i nostri partner lo devono rispettare, che si porrà fine ai licenziamenti e i nostri partner lo devono rispettare, il settore energetico resterà sotto il controllo dello Stato e i nostri partner lo devono rispettare, dobbiamo evitare la messa all’asta della prima casa per chi non riesce a pagare il mutuo e i nostri partner lo devono rispettare. Chiederemo ai nostri partner di onorare gli impegni, d’altro canto, anche noi saremo obbligati a fare lo stesso per cose che non condividiamo, perché questo è ciò che significa fare un accordo”.

euronews:
“Di recente il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, l’ha menzionata nel discorso che ha tenuto di fronte al Parlamento europeo e ha fatto riferimento a qualcosa che è accaduto durante i negoziati. Ha detto di averle proposto di tassare gli armatori e lei era contrario”.

Alexis Tsipras:
“Rido perché il mio amico Jean Claude si è trovato in una situazione molto difficile. Non bisogna dimenticare che il FMI e lui stesso, hanno respinto la nostra proposta di aumentare la tassazione sui profitti delle grandi imprese. In realtà quando abbiamo fatto questa proposta, so che alcuni imprenditori greci hanno fatto pressioni sulla Commissione europea e il FMI, per evitare che accadesse. Infatti, allora, il FMI e la signora Lagarde, ci hanno detto che misure del genere impediscono la crescita e non aiutano. Quando invece tutti sanno che tagliare i salari e le pensioni aiuta la crescita vero?. Penso che Jean Claude, che voleva sottrarsi alle critiche su questo e che è un politico di lungo corso, ha messo sul tavolo un problema ben sapendo che era troppo difficile da risolvere. Non abbiamo impedito di tassare gli armatori, proprio no. Al contrario, gli abbiamo spiegato che visto il contesto costituzionale – e non si può cambiare la Costituzione da un giorno all’altro – è molto difficile tassare gli armatori perché non hanno la loro sede in Grecia. Utilizzano società offshore e per questo sono intoccabili. Quindi se si vuole tassare la ricchezza in fuga dal Paese, dobbiamo cambiare il quadro di regole europee che riguardano le società offshore. E se vogliamo farlo non dobbiamo parlare della Grecia ma del Paese del signor Juncker, il Lussemburgo”.

euronews: “Parlando di Juncker, lei lo ha appena definito “un amico“”. Alexis Tsipras:
“Certo perché penso che sia onesto e che abbia dimostrato un certo affetto per il popolo greco”.

Efi Koutsokosta, euronews:
“E per lei? Lo dico perché durante i negoziati ha usato parole forti nei suoi confronti”.

Alexis Tsipras:
“No, penso che abbiamo avuto un rapporto onesto. Anche io l’ho criticato. Abbiamo due mentalità differenti. Lui è un uomo di destra. Io sono un uomo di sinistra. E comunque abbiamo un rapporto onesto”.

euronews:
“Torniamo al periodo dei negoziati più duri. Per lungo tempo, fino al referendum, hanno avuto il volto del ministro delle finanze Janis Varoufakis. Lo stesso che non ha votato l’accordo che lei ha portato a casa. Varoufakis ha rappresentato per lei una scelta sbagliata?”

Alexis Tsipras:
“Ogni premier può scegliere il ministro che porta i risultati migliori. Come nel calcio, quando un allenatore sceglie di rimpiazzare l’atleta che ha già dato il massimo, io ho fatto lo stesso.
Varoufakis all’inizio dei negoziati ha dato una grande dinamicità. Ma dopo essere stato preso di mira dalla maggioranza dei partner europei, che hanno smesso di parlargli, non ha più potuto agire. Quindi ho dovuto sostituirlo”.

euronews:
“A causa di questo lo ha sacrificato?”

Alexis Tsipras:
“Non c‘è alcun sacrificio solo un’offerta. E questo è ciò su cui ci siamo trovati d’accordo. Nulla è eterno. E quando ho visto che Varoufakis non avrebbe portato a casa nessun accordo, non poteva comunicare con le persone con cui doveva sedersi al tavolo, gli ho detto:“Janis, non puoi farcela”. E lui mi ha risposto: “Hai ragione, non sono io quello che può fare un accordo”. Ci siamo lasciati come amici”.

euronews:
“Torniamo a quella notte drammatica, durante quelle 17 ore che ha trascorso in questa stanza con gli altri leader europei per il tanto atteso accordo. La stampa internazionale ha scritto che le è stato praticato una sorta di “waterboarding”, altri hanno detto che lei è stato crocifisso. Sono definizioni giuste? Si è mai sentito così durante quella notte?”

Alexis Tsipras:
“Se c‘è stata una crocefissione, questo è positivo perché poi c‘è la resurrezione. Ora però è il caso di parlare del bisogno che ha il popolo greco di risorgere, come ce l’ha il Paese, che ha sofferto per 5 anni. È stato un incontro molto difficile. Ho detto loro, molto chiaramente, che non me ne sarei andato se non avessero ritirato la terribile proposta che comprendeva la costituzione di un fondo estero, in Lussemburgo, con l’obiettivo di vendere beni pubblici per 50 miliardi di euro, e cioè un quarto del nostro PIL, ad un prezzo irrisorio. Gli ho detto: “Se volete che metta un cartello con la scritta in vendita sull’Acropoli, non lascio la riunione ma sappiate che non firmo”. Mi hanno spinto ancora e ancora a farlo, ma il giorno seguente hanno capito che dovevano desistere. E lo hanno fatto.
Alcuni di loro ce l’avevano molto con me, perché il referendum metteva in evidenzia il deficit di democrazia che c‘è in Europa e mi dicevano, “Cosa? Io dovrei dire ai miei elettori che non ho fatto il referendum? E io rispondevo: “È un problema tuo, perché la democrazia è il valore più importante in Europa”.

euronews:
“E cosa sarebbe successo se mentre lei teneva il referendum in Grecia, anche gli altri governi avessero chiesto ai loro elettori se volevano o no dare ancora soldi alla Grecia?
Quale sarebbe stato il risultato, e cosa dice agli europei per i soldi che danno alla Grecia? Perché devono farlo?”

Alexis Tsipras:
“Se pensiamo che la democrazia sia il contesto in cui l’Europa vada costruita, mi viene da dire, “Perché no”? Lasciamo che ci siano referendum dappertutto. Ma non solo perché
un Paese è a rischio, ma per dare una direzione all’Europa. Con il referendum bisognerebbe chiedere alle persone se l’austerità sia l’unica via o se sono necessarie altre strade.
La Grecia è stata nell’occhio del ciclone. E il popolo greco non ne ha colpa. La grande vittoria dopo questi 7 mesi di negoziati durissimi, è che abbiamo cambiato la maniera con cui l’opinione pubblica europea vede il popolo greco. Prima il popolo greco veniva considerato pigro e spendaccione. Ora non più, ciò che emerge è che è stato ingiustamente torturato e paga il prezzo si scelte politiche sbagliate, e degli errori dei governi precedenti ed ora abbiamo bisogno di andare avanti rompendo le catene che ci legano al passato”.

euronews:
“Non rimpiange mai di avere indetto il referendum in quel momento?”

Alexis Tsipras:
“No, affatto. Se le persone non avessero partecipato al tavolo del negoziato, avremmo dovuto accettare misure molto dure, senza ottenere alcun finanziamento, che avrebbe condotto ad un nuovo punto morto dopo 3 o 5 mesi. Quindi il referendum è stato la chiave per la sopravvivenza, per essere ancora in piedi e continuare a lottare, siamo un esempio per gli altri popoli europei. Se Syriza vince, e vincerà con una grande maggioranza, il messaggio per l’Europa non sarà che il governo di Syriza ha fallito, ma che c‘è e che continua a chiedere una diversa direzione per l’Europa. E questo messaggio sarà molto forte”.

euronews:
“La crisi dei rifugiati riporta la Grecia al centro dell’emergenza. Riguarda l’intera Europa e Angela Merkel, la considera ancora più difficile della crisi greca. Il suo governo è stato criticato per non avere fatto quello che doveva fare, e cioè fare in modo che l’Europa si attivasse. Accetta queste critiche?”

Alexis Tsipras:
“Penso che questo sia un argomento utilizzato dall’opposizione greca, che sul tema ha idee inaccettabili. Non parlerò di cosa abbiamo fatto come governo, dico piuttosto che il governo precedente non ha fatto nulla. Ci accusano di avere aperto le frontiere e di avere invitato i rifugiati in Grecia, come se vivessero in un altro mondo. Come se non sapessero che finora 800.000 rifugiati sono arrivati in Europa. Come capissero che si tratta di una crisi mondiale, che ha coinciso con il cambiamento politico in Grecia. Ma noi non siamo certo quelli che hanno invitato i rifugiati in Grecia, e nemmeno Angela Merkel è colei che li ha invitati in Germania, che ne accoglierà 800.000 da qui alla fine dell’anno. Vedo una grande e profonda ipocrisia da parte della politica conservatrice e populista nel Paese, e in questa includo anche Nuova democrazia. E sfortunatamente vi includo anche i partiti che appartengono al gruppo dei socialisti nel Parlamento europeo. E dico sfortunatamente, perché non incarnano il pensiero dei socialdemocratici europei. Soprattutto, il partito centrista ToPotami, ha le posizioni più populiste, perché è a caccia di voti, e usa gli stessi argomenti di Alba Dorata sull’immigrazione”.

euronews: “A proposito delle elezioni. Secondo i sondaggi Syriza sarà primo partito ma senza maggioranza assoluta. Con chi vi unirete, soprattutto se i Greci Indipendenti non saranno in Parlamento?” Alexis Tsipras:
“Alle elezioni del 2015, la grande maggioranza dei greci voleva votare per noi ma non hanno osato, perché erano spaventati cosa raccontavano su di noi i nostri avversari, dicevano che avevamo una agenda segreta, che volevamo portare la Grecia fuori dall’Europa. Cosi ci sono mancati due parlamentari per ottenere la maggioranza assoluta. Oggi nessuno nel Paese può accusarci di avere una agenda segreta, perché nel momento più critico abbiamo dato prova di volere tenere il Paese in Europa, evitando una catastrofe economica ancora più grande. Oggi questo non è più un problema, ottenere due parlamentari in più per avere la maggioranza assoluta è un obiettivo raggiungibile. Syriza sarà di sicuro la prima forza politica, credo che la maggioranza assoluta sia un obiettivo alla nostra portata. Anche quando l’avremo raggiunto, cercheremo comunque di collaborare. Se non ce la faremo, abbiamo il nostro programma. Abbiamo il nostro piano. Ci sono sempre partiti o dei deputati che non rischieranno di andare a nuove elezioni. Quindi sono quasi certo che dopo il 20 settembre, ci sarà un governo che continuerà gli sforzi che abbiamo iniziato il 25 gennaio”.

euronews:
“Qual‘è il suo obiettivo nei prossimi 4 anni se riuscisse a formare un governo? Cosa farà, dove vorrebbe condurre il paese, qual‘è la sua visione per i prossimi 10 anni? Come vede la Grecia?”

Alexis Tsipras:
“Tra 4 anni il paese sarà differente. Credo che questa recessione transitoria sarà finita nel primo semestre del 2016. Avremo digerito le conseguenze del controllo dei capitali, torneremo a crescere, a condizione che il negoziato sul debito dia risultati positivi. E credo sia un obiettivo alla nostra portata tornare sui mercati, se non alla fine del 2016 per l’inizio del 2017, senza bisogno di prestiti, o controlli, come accaduto finora. Certo dipende da noi rompere con il passato, di colpire e distruggere la corruzione che ci blocca”.

euronews:
“Cosa la tiene sveglio la notte? Quando rientra a casa, solo con i suoi pensieri, qual‘è la sua principale preoccupazione?”

Alexis Tsipras:
“Adesso vuole che le faccia delle confidenze. Abbiamo attraversato momenti molto angoscianti. Sono arrivato anche a pensare, alcune volte, se il Paese sarebbe stato in grado di reggersi in piedi, se le banche e l’economia avrebbero retto. Ho preso decisioni difficili ma avendo sempre la coscienza pulita. La difficoltà che ho a dormire la notte non ha nulla a che vedere con la mia coscienza, ma con difficoltà oggettive come pagare gli stipendi, stabilizzare le banche, riequilibrare l’economia e la società. E credo che i Greci lo abbiano capito. I greci, con grande calma e dignità, sono riusciti a superare molte difficoltà. E sanno vedere negli occhi dei politici, chi sono quelli che mentono e quelli che dicono al verità”.

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