Nuova puntata nella telenovela che riguarda l’accusa di plagio del logo olimpico di Tokyo 2020, mosso dal designer belga Olivier Debie, che ha
Nuova puntata nella telenovela che riguarda l’accusa di plagio del logo olimpico di Tokyo 2020, mosso dal designer belga Olivier Debie, che ha trovato forti somiglianze con il logo da lui disegnato per il Teatro di Liegi.
Tokyo 2020 designer hits out at Olympic logo plagiarism claims: http://t.co/iEcidWNbWopic.twitter.com/TgSwubiwlf
— Design Week (@Design_Week) 5 Agosto 2015
Per la prima volta, ha preso la parola il creativo giapponese Kenjiro Sano, autore del disegno della discordia. “Naturalmente quando sei un creativo sei influenzato da fattori esterni – ha detto -. Non cominci mai da zero, sei influenzato da tante cose che incontri nella vita quotidiana. Ma c‘è una legge che dice di non copiare. Non l’ho mai fatto, per me è un punto d’orgoglio, non bisogna dimenticarlo”.
Respinte al mittente, dunque, tutte le accuse di plagio, anche se, secondo i media giapponesi, il comitato olimpico di Tokyo avrebbe ricevuto una lettera dal belga Debie in cui si chiede il cambio del logo. La telenevola del Sol Levante è solo all’inizio.