In salita il cammino di Kerry (e Rouhani) per difendere l'accordo sul nucleare

Dalla sua quasi solo il presidente iraniano Rouhani, qualche militante pacifista del gruppo Code Pink e lo zoccolo duro dei fedelissimi democratici. L’ostilità di dissidenti del suo partito e maggioranza repubblicana ha mostrato a John Kerry che il cammino per la ratifica in Congresso dell’accordo sul nucleare iraniano si preannuncia tutto in salita.
Quello raggiunto è il miglior accordo possibile - ha detto Kerry -. Bocciarlo sprecherebbe un'occasione d'oro per risolvere la questione con mezzi pacifici
.@TheIranDeal helps the world by preventing #Iran from getting nuclear weapon. It deserves the support of Congress. pic.twitter.com/hYJ6wTtTB5
— John Kerry (@JohnKerry) 23 Luglio 2015
In una tesissima relazione alla Commissione esteri, il Segretario di Stato americano è stato accusato di essersi fatto “raggirare” al tavolo dei negoziati. “La resa incondizionata di Teheran era irrealistica – ha replicato -. Quello ottenuto è il migliore accordo possibile e non ratificarlo sprecherebbe la migliore occasione mai avuta di risolvere in modo pacifico la questione del nucleare iraniano”.
Watch my opening statement from today’s SFRC hearing on the #IranDeal: http://t.co/LMnH5ZsV5K.
— Senator Bob Corker (@SenBobCorker) 23 Luglio 2015
Nel corso della seduta, durata oltre quattro ore, Kerry ha inoltre definito come “un’illusione” il sogno di spazzare il know-how tecnico e scientifico finora accumulato da Teheran. “Bocciare questo accordo – il messaggio che ha lanciato al Congresso – non farebbe quindi che offrire all’Iran il migliore dei pretesti per violarlo e raddoppiare l’arricchimento di uranio”.
Stesse difficoltà, ma diversi argomenti, a Teheran, per il presidente Rouhani. Nella speranza di vincere le resistenze di ultra-conservatori e Guardia Rivoluzionaria – che gli rimproverano di aver violato le condizioni poste dall’ayatollah Khamenei – il presidente iraniano ha parlato di accordo che al mondo ribadisce il messaggio della forza iraniana.
Emphasized importance of commitment to #IranDeal for all counterparts &cooperation, esp that which will result in regional peace & stability
— Hassan Rouhani (@HassanRouhani) 23 Luglio 2015
In virtù di una legge da poco promulgata, il Congresso americano ha ora fino al 17 settembre per approvare o respingere l’accordo sul nucleare iraniano, siglato a Vienna il 14 luglio. In caso di bocciatura Obama potrà apporre il veto presidenziale, che potrà a quel punto essere aggirato soltanto con una maggioranza dei 2/3 al Congresso.
Rubio: Next president can unilaterally kill Iran deal http://t.co/r8GMQHaT7ipic.twitter.com/eurGUgyZp9
— The Hill (@thehill) 23 Luglio 2015
Marco Rubio, senatore in corsa per le primarie repubblicane alla Casa Bianca, ha però messo in guardia e parlato di accordo che – anche nel caso di un “sì” del Congresso – avrebbe le gambe corte e potrebbe non sopravvivere al mandato di Obama in scadenza nel 2016.