A 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, la Mitsubishi Materials si scusa con i prigionieri di guerra statunitensi ridotti in condizione
A 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, la Mitsubishi Materials si scusa con i prigionieri di guerra statunitensi ridotti in condizione di schiavitù in Giappone nelle miniere durante il conflitto. La cerimonia, che si è tenuta a Los Angeles, segna un momento storico per ricordare i 900 americani costretti ai lavori forzati nelle quattro miniere gestite a suo tempo dalla Mitsubishi Mining, il gruppo ‘‘predecessore’‘.
“In linea con i nostri principi, porgiamo le scuse per i tragici eventi del passato. Siamo profondamente determinati a lavorare per un futuro migliore”, ha detto Hikaru Kimura, uno dei dirigenti della Mitsubishi Materials che ha parlato solo di responsabilità etiche e non di compensi.
Parole che sono bastate a James Murphy, 94 anni, l’unico tra i sopravvissuti in grado prendere parte alla cerimonia.
“Quello a cui abbiamo assistito è un evento storico, sono passati 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale. Nel corso del tempo gli ex prigionieri di guerra che hanno lavorato forzatamente per queste aziende giapponesi non hanno fatto altro che chiedere questo: un molto semplice gesto di scuse”.
“Orrore”: così Murphy ha descritto la sua esperienza. Mitsubishi è la prima azienda privata giapponese a presentare scuse ufficiali. Quelle del governo di Tokyo sono arrivate nel settembre 2010 per i “trattamenti disumani” subiti dagli ex prigionieri di guerra americani.