Una massiccia fuoriuscita di olio combustibile nello stretto di Kerch, unita agli effetti della guerra, ha causato la morte di centinaia di cetacei e gravi danni all’ecosistema del Mar Nero e del Mar d’Azov
Gli ambientalisti lanciano l’allarme per l’impatto devastante della fuoriuscita di olio combustibile nello stretto di Kerch, a seguito dell’incidente di due petroliere russe. Il carburante finito in mare ha inquinato le coste settentrionali del Mar Nero e alcune zone del Mar d’Azov, causando la morte di uccelli e animali marini. Le navi affondate trasportavano prodotti petroliferi dalla Russia per aggirare le sanzioni internazionali.
Il centro di soccorso scientifico ed ecologico “Delpha” ha monitorato le coste della regione di Krasnodar, assistendo i delfini feriti. Secondo il centro, dopo la fuoriuscita sono stati registrati 688 cetacei morti, con un picco significativo nel primo mese dall’incidente. Gli esperti avvertono che gli effetti ritardati sulla popolazione di cetacei potrebbero protrarsi per anni.
Anche il centro di riabilitazione “Serene Sea”, operante in Crimea, segnala un numero di delfini rilasciati compatibile con le medie annuali, ma avverte che gran parte della costa occidentale non è monitorata a causa della situazione politica. Ciò suggerisce che la mortalità reale potrebbe essere molto più alta di quanto registrato.
La guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina ha aggravato la crisi ambientale. I bombardamenti e gli attacchi contro strutture industriali e impianti chimici hanno immesso sostanze tossiche nei fiumi, nei laghi e nei mari, avvelenando gli organismi acquatici.
L’inquinamento acustico, le esplosioni sottomarine, il passaggio di navi militari e la distruzione delle infrastrutture idrauliche hanno ulteriormente sconvolto l’ecosistema marino, alterando i flussi naturali e distruggendo le aree di riproduzione e alimentazione degli animali.
Secondo l’Ispettorato ecologico statale ucraino, la guerra sta uccidendo non solo le persone, ma anche la natura. L’impatto sulla fauna marina e sugli ecosistemi del Mar Nero è devastante e la portata reale dei danni rimane ancora difficile da stimare.