Burundi, ancora un manifestante ucciso dalla polizia

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Le proteste continuano, la repressione dell’esercito e della polizia va di pari passo in Burundi. A una settimana dal tentato colpo di Stato nel

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Le proteste continuano, la repressione dell’esercito e della polizia va di pari passo in Burundi.

A una settimana dal tentato colpo di Stato nel Paese africano, le manifestazioni contro il Presidente Pierre Nkurunziza, che resta candidato per un terzo mandato, non si fermano.

Nella capitale Bujumbura oggi un’altra vittima si aggiunge al bilancio dei morti: 21 dall’inizio delle proteste, a fine aprile. Secondo le testimonianze, le forze dell’ordine avrebbero sparato all’uomo alle spalle.

#burundiuprisingMalinowski</a> <a href="https://twitter.com/AmbassadorPower">AmbassadorPower killed by the police while distributing water to protesters pic.twitter.com/cEzceWC7yX

— Yves Bususuru (@yvesbususuru) 21 Maggio 2015

“Quest’uomo l’hanno appena ammazzato sotto i nostri occhi. Che il Presidente Obama e il resto del mondo facciano qualcosa. Bisogna fermare il Presidente” dice un testimone.

“Non è possibile, bisogna fermare questo massacro, il Burundi non ne può più, vogliamo la pace” dice una manifestante.

Il Capo dello Stato ha rinviato per decreto al 5 giugno le legislative previste per il 26 maggio. Ma le presidenziali restano in calendario il 26 giugno e l’opposizione accusa Nkurunziza di essersi trasformato in sovrano.

Con l’80% di popolazione Hutu e una minoranza Tutsi, il Paese rischia di scivolare in un vero e proprio conflitto etnico.

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