Charlie Hebdo perde i pezzi e forse anche la sua sfida. Il vignettista francese Luz lascerà il giornale nel settembre prossimo. La mano che firmò la
Charlie Hebdo perde i pezzi e forse anche la sua sfida. Il vignettista francese Luz lascerà il giornale nel settembre prossimo. La mano che firmò la prima pagina del settimanale satirico dopo il massacro di Parigi spiega che la sua scelta non è legata alle tensioni interne.
“Ho scritto ‘tutto è perdonato’ e poi ho pianto – raccontò il vignettista presentando il numero dei ‘sopravvissuti’, una settimana dopo il massacro – Così è nata la prima pagina. Così è nata questa maledetta prima pagina”.
È una scelta molto personale ha spiegato Luz in un’intervista a Liberation. Entrato a Charlie Hebdo nel 1992, Renald Luzier, questo il suo vero nome, spiega che “ogni numero è una tortura per il ricordo di coloro che non ci sono più. Trascorro – ha confessato – notti insonni in cui evoco i morti”. Luz aveva già annunciato di non voler più disegnare Maometto.
Charlie Hebdo è diventato il simbolo della libertà di stampa dopo il massacro nella redazione del giornale. Per i sopravvissuti, così si sono chiamati coloro che hanno prodotto il numero successivo alla strage, i problemi sono iniziati con l’improvvisa popolarità e con le donazioni.
Ed oggi Charlie Hebdo sta vivendo una profonda crisi interna, come dimostra la coincidenza del ritiro di Luz con le polemiche in merito a Zineb El Rhazoui, la collaboratrice franco-marocchina che nei giorni scorsi è stata minacciata di licenziamento per “colpa grave”.
A settembre Charlie Hebdo avrà una nuova redazione, ma difficilmente il settiminale tornerà a proporre il suo spirito originario. In redazione non si discute più di personaggi da disegnare, ma di sedare i veleni rispetto alla gestione della valanga di milioni ricevuti dopo l’attacco.