Sbarchi senza fine: si teme una nuova tragedia. E la politica insegue

Sicilia, Puglia, Calabria: sulle coste italiane va in scena in queste ore la tragedia nella tragedia. Sbarchi che proseguono senza sosta, scafisti che sparano in aria per allontanare i soccorsi, cadaveri gettati in pasto agli squali. E poi tra chi invece ce l’ha fatta, migranti che all’arrivo a Reggio Calabria, che raccontano a Save The Children di 400 di loro, che avrebbero perso la vita nelle acque fra Italia e Libia, nel naufragio della loro imbarcazione.
Pensavamo che con Triton i morti sarebbero diminuiti. E invece, rispetto a Mare Nostrum, sono sempre di più
#Immigrazione: '400 morti in naufragio'.Superstiti a Save the Children:'Molte vittime giovani' http://t.co/hrktwQpqXVpic.twitter.com/jtzJz6xJpn
— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) 14 Aprile 2015
Proprio per tenere il passo con una cronaca che sempre più sfugge di mano, l’europarlamentare italiana Cécile Kyenge partecipa a un gruppo di lavoro su un nuovo approccio alle politiche dell’immigrazione.
“Si pensava che cambiando Mare Nostrum in Triton diminuisse il numero di morti – dice Kyenge -. In realtà non è così, perché il numero di morti è aumentato. Questo è un tema centrale per le politiche europee ed è per questo che siamo arrivati oggi a un lavoro condiviso e alla consapevolezza di dover uscire da una politica di emergenza e di entrare in un’ottica strutturale” .
Live: MEPs @RobertaMetsola & @ckyenge on #Mediterranean#migration & need fr holistic approach http://t.co/Gtz3VgEkyZpic.twitter.com/vzNTFNsZWP
— European Parliament (@Europarl_EN) 14 Aprile 2015
Insieme alla collega maltese Roberta Metsola, a dicembre Kyenge presenterà all’Europarlamento un rapporto mirato a elaborare una nuova strategia globale sull’immigrazione.
Articolato in otto punti e intitolato “La situazione nel Mediterraneo e la necessità di un approccio olistico all’immigrazione”, il rapporto prevede – fra l’altro – una revisione delle politiche sul diritto d’asilo, un rafforzamento della collaborazione con i paesi terzi e una ripartizione delle responsabilità fra gli stati membri dell’Unione, nelle operazioni di ricerca e soccorso.
Parallelamente, la Commissione Europea lavorerà all’elaborazione di una strategia più centrata sulle misure urgenti, che dovrebbe essere presentata a maggio.