L’11 marzo 1991, la Lituania diventava la prima repubblica sovietica a dichiararsi indipendente. Venticinque anni dopo, Vilnius ha celebrato la
L’11 marzo 1991, la Lituania diventava la prima repubblica sovietica a dichiararsi indipendente.
Venticinque anni dopo, Vilnius ha celebrato la ricorrenza in un clima di inquietudine. L’annessione russa della Crimea e il sostegno prestato da Mosca ai separatisti ucraini fanno dire alla presidente lituana, Dalia Grybauskaite, che la minaccia non è estinta.
“Oggi – ha affermato – dobbiamo ritrovare la stessa unità di 25 anni fa. Nuovamente sentiamo il clamore delle armi provenire dalla stessa direzione e nuovamente la forza viene usata per mettere a tacere la libertà”.
Secondo il primo capo dello Stato della Lituania post-sovietica, Vytautas Landsbergis, aver integrato la Nato e l’Unione europea non basta per dirsi al sicuro: “Se il folle aggressore non sarà fermato e l’impero tornerà a minacciare le sue vecchie colonie, la storia di successo scritta dal nostro Paese potrebbe rivelarsi temporanea e mutarsi presto in cenere”, ha detto, mostrandosi scettico sull’eventualità che gli altri membri dell’Unione europea intervengano in difesa della Lituania.
Per rassicurare i Paesi baltici contro il rischio di un’aggressione, gli Stati Uniti hanno iniziato a inviare 750 veicoli ed equipaggiamenti militari a Riga, in Lettonia. Tremila soldati americani parteciperanno a esercitazioni congiunte nella regione fino a giugno.