Crisi ucraina al centro della conferenza di Monaco

Access to the comments Commenti
Di Alfredo Ranavolo
Crisi ucraina al centro della conferenza di Monaco

Si discute di Ucraina a Monaco, nella seconda giornata della Conferenza internazionale sulla sicurezza.

Compresa l’ipotesi degli Stati Uniti di inviare armi a supporto dell’esercito, che piace molto poco in Europa.

Un’opzione militare “non andrebbe esclusa” ha detto il comandante supremo della Nato Philip Breedlove, chiarendo poi che si riferiva alla fornitura di armi e altre attrezzature, ma non all’utilizzo di soldati.

Richieste in tal senso continuano a provenire dalle autorità ucraine, secondo quanto ha ricordato il generale che sostiene, inoltre, la russia abbia fornito ai ribelli oltre 1.000 mezzi da combattimento, squilibrando le forze.

Grande assente dal tavolo delle trattative è in questa fase, ancora una volta, l’Unione Europea: venerdì da Vladimir Putin non c’era l’alto rappresentante per la politica estera, Federica Mogherini, ma François Hollande e Angela Merkel.

Il presidente francese ha affermato che se il loro tentativo fallirà, sarà guerra.

La cancelliera tedesca oggi si è espressa così: “vogliamo garantire la sicurezza dell’Europa assieme alla Russia, non contro la Russia. Non c‘è alcuna garanzia che che i colloqui avuti ieri a Mosca, assieme al presidente francese, portino a un successo. Ma è mia opinione, condivisa con il presidente francese, che dovevamo provarci. Lo dobbiamo al popolo ucraino”.

I tre torneranno a parlarsi, questa volta al telefono, domenica.

Dopo oltre cinque ore di colloquio non si sa praticamente nulla di quanto si siano detti.

Ma se davvero il “piano Putin” prevede, come alcune indiscrezioni riferiscono, un allargamento dei confini delle regioni indipendentiste, che Kiev dovrebbe, però, continuare a supportare finanziariamente, la “quadra” appare difficile da trovare.