Usa: Romney presidente, possibile?

Usa: Romney presidente, possibile?
Di Euronews
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Elezioni Usa: dopo l’uragano Sandy riparte la campagna elettorale in una sfida all’ultimo voto tra il presidente e il candidato repubblicano. Cosa succederà? Romney potrebbe davvero battere Obama alla Casa Bianca?

James Franey (Euronews) ha intervistato
Charles Kupchan, professore di Relazioni Internazionali alla Georgetown University.

James Franey: Solo poche settimane fa, la maggioranza degli analisti sosteneva che non ci fosse alcuna possibilità che Romney vincesse le elezioni. Com‘è stata possibile la sua grande rimonta in poco tempo?

Charles Kupchan: “Penso che siano stati tre i passaggi chiave che hanno invertito la rotta della campagna di Romney. Il primo: la scelta di Paul Ryan, deputato del Wisconsin, come candidato repubblicano alla vicepresidenza. Una decisione che ha galvanizzato la base elettorale, conquistato i conservatori e portato più soldi nelle casse della sua campagna. Il primo dibattito è stato un altro momento decisivo, fino ad allora Romney era stato poco efficace, era sembrato non competente, non adatto a ricoprire la carica. Durante il primo confronto ha dimostrato, invece, un’abilità mai vista prima. Anche il secondo e il terzo dibattito hanno segnato un punto decisivo. Romney ha dato di se stesso l’immagine di un uomo politico moderato, dimostrando di avere una posizione
più centrista rispetto a prima. È come se avesse lanciato un messaggio agli elettori del Centro, che saranno determinanti per il voto, molti vivono nei cosiddetti ‘Swing State’.”

James Franey: Qual è il vero volto di Romney? Se vincesse lui, chi vedremmo alla Casa Bianca: il Romney moderato, ex governatore dello Stato del Massachusetts, o quello che ha scelto come candidato Paul Ryan che si è fatto alfiere di un duro conservatorismo fiscale?

Charles Kupchan: “Una domanda molto difficile, nessuno lo sa. Se dovessi fare delle ipotesi, direi che sulle questioni economiche Romney si muoverebbe verso destra, taglierebbe le tasse: lui vede il governo come un problema. Per quanto riguarda la poltica sociale, sarebbe un centrista. Non credo abbia intenzione di fare battaglie su temi come aborto, immigrazione, matrimoni gay e controllo del possesso di armi. Sul fronte della politica estera, potrebbe essere un George W Bush 2, che tradotto significa incrementare i fondi per la Difesa. Ma non credo che riuscirebbe a farlo, incontrerebbe la resistenza del resto del mondo. E incontrerebbe anche un strenua opposizione all’interno del suo partito che non permettebbe di far salire il bilancio della Difesa: l’obiettivo è tagliare la spesa pubblica.”

James Franey: La polarizzazione presente nella sede del Congresso (Capitol Hill) riflette le posizioni reali del popolo americano? Il rosso per Romney contro il blu per Obama: quanto quello che viene mostrato dai media statunitensi riflette la realtà?

Charles Kupchan: “Una tale polarizzazione non si vedeva dal XIX secolo. Mai dopo la Seconda Guerra Mondiale il sistema politico è stato tanto spaccato tra repubblicani e democratici. E non solo sulle questioni di politica estera ma anche interna: è questa la cosa interessante da notare. Penso che le ragioni vadano rintracciate nell’economia. I salari della classe media americana stagnano da oltre vent’anni. Gli Stati Uniti oggi rappresentato la nazione con più disuguaglianze nel mondo industrializzato, con fratture ideologiche che non si vedevano dal New Deal, dal 1930.
Quindi la grande sfida per il prossimo presidente sarà ridare ossigeno all’economia, rimettere in piedi la classe media americana. Questa è una pre-condizione necessaria per ammorbidire le divisioni ideologiche e per cercare di costruite un centro politico. È fondamentale per qualunque tipo di coalizione di governo, che ci sia un presidente repubblicano o democratico.”

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