Amin Maalouf:"Che i paesi occidentali siano coerenti con i propri valori"

Amin Maalouf:"Che i paesi occidentali siano coerenti con i propri valori"
Di Euronews
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Cristiano tra i musulmani, arabo in Europa. Lo scrittore franco – libanese Amine Maalouf, 61 anni, è la sintesi dell’incontro tra le culture del Mediterraneo, di cui è profondo conoscitore. Intellettuale amatissimo nel mondo arabo, è stato insignito in Spagna del prestigioso premio Principe delle Asturie 2010 per la Letteratura. Ultimo tra i numerosi riconoscimenti ad una voce che in ogni opera si alza chiara in favore della convivenza e del dialogo.

euronews:
Amin Maalouf, lei ha ricevuto il Premio Principe delle Asturie 2010 per la Letteratura, ed è solo l’ ultimo riconoscimento ottenuto per i suoi scritti, in Spagna si tratta del premio più prestigioso. Rappresenta qualcosa di particolare per lei? Come lo valuta?

Amin Maalouf:
In effetti questo premio ha un significato particolare per me, perchè con la Spagna ho un rapporto antico e profondo. Il mio primo romanzo “Leone l’africano” comincia in Spagna, l’ Andalusia rappresenta una tappa importante nella storia dell’umanità. Un crocevia per la civiltà arabo- islamica, ispanico-europea -cristiana e la civiltà ebraica, che hanno vissuto qui una tappa della loro storia, e credo che oggi questo vada ricordato.

euronews:
Ciò significa che esiste l’incontro di civiltà oltre allo scontro di civiltà?
Maalouf: Io non condivido la teoria dello scontro tra civiltà. In più dobbiamo combattere quelli esistenti. Non si può pensare che questo sia il destino del mondo, il suo futuro, che questa sia la naturale dinamica delle relazioni tra i popoli, è una modalità aberrante che dobbiamo superare. L’umanità l’ha fatto in altre circostanze ed ora tocca a noi, perchè il futuro del mondo dipende dal successo della convivenza, non solo tra civiltà anche tra persone.

euronews:
Pensa che nello spazio europeo e nei singoli stati si possa concretamente realizzare questa idea?

Amin Maalouf:
Bisogna che l’Europa dia l’esempio, perché è in grado di risolvere il problema. Ma credo anche che non ci stiamo impegnando in questa direzione. Dobbiamo dire alle persone e specialmente ai giovani che la convivenza è qualcosa che si impara durante tutta la propria vita e bisogna allenarsi.

euronews:
Dal suo esordio come scrittore lei ha pubblicato 14 opere e leggendole, tutte hanno come filo conduttore lo spirito di conciliazione e tolleranza, l’idea di cittadinanza del mondo, la considera una visione utopica di un mondo nuovo?

Amin Maalouf:
Può essere una visione utopica, ma oggi è ciò di cui abbiamo bisogno. Il mondo in cui viviamo è profondamente cambiato dal punto di vista materiale ma non a livello di mentalità. Un poeta arabo del settimo secolo ha detto: “Se la terra mi avesse creato, tutte le terre sarebbero mie e tutti i popoli la mia famiglia”. Credo che oggi dobbiamo fare nostra questa idea, e cioè che il destino dell’ umanità e il destino del mondo coincidano.

euronews:
Ma lei ha criticato l’Occidente con veemenza, dicendo che ha raggiunto la soglia dell’immoralità nel rapporto con gli altri mondi.

Amin Maalouf:
E’ così, ma credo anche che l’ Occidente sia profondamente legato a certi principi, gli stessi che però non applica da secoli nel rapporto con gli altri. Ad esempio, il Regno Unito non si è comportato allo stesso con il suo popolo e in India. La Francia non è stata la stessa entro i propri confini e in Algeria o in Madagascar. Il Belgio non si è comportato allo stesso modo in Belgio e in Congo. Gli Stati Uniti, in qualità di superpotenza e grande democrazia a casa propria, non sono stati in grado di tradurre qui principi quando sono intervenuti in Sud America ed in altri luoghi del mondo.

euronews:
Come accaduto in Iraq.

Amin Maalouf:
Come ovunque, bisogna che le persone che hanno dei principi li rispettino, non solo a casa propria ma anche nei rapporti con il resto del mondo.

euronews:
So che lei ha pianto il giorno in cui l’ Iraq è stato invaso

Amin Maalouf:
No, quello che mi ha fatto piangere è stato l’ inizio del conflitto religioso, mi ha fatto molto soffrire. E certo, anche tutto ciò che ho visto negli ultimi anni in Iraq mi ha fatto piangere.

euronews:
Dopo questa crisi economica che ha scosso il mondo, lei ha attaccato aspramente il capitalismo, definendolo selvaggio ed attribuendogli la colpa della catastrofe attuale. Chi parla così è forse lo stesso Amin Maalouf che quando era giovane disegnava la falce e il martello sulla propria agenda? Diciamo, con un punto di vista socialista?

Amin Maalouf:
No, io credo che ciò che oggi non si può dimenticare è il fallimento dei regimi caduti con il crollo del muro di Berlino, è una lezione della storia che non possiamo mettere da parte. La soluzione è il capitalismo, ma non uno qualunque. Non certo questo capitalismo che considera l’economia come un grande casinò nel quale pochi giocano con il destino di migliaia di persone. Quello di cui c’ è bisogno oggi è di un’ economia che tenga conto dell’uomo, rispetti l’uomo e i suoi valori.

euronews:
Amine Maalouf torniamo a parlare d’identità. Lei è libanese, cristiano, arabo, francese, europeo quale di queste identità assomiglia ad Amin Maalouf?

Amin Maalouf:
Un giorno ad una donna del popolo è stato chiesto: “Quale dei tuoi figli ami di più? E lei ha risposto: il malato finché non guarisce, l’assente finchè non fa ritorno” ed io dico la stessa cosa per le mie identità. Soffro quando ci sono dei problemi in Libano perchè mi sento libanese ma avviene lo stesso quando i problemi sono in Europa, mi comporto come europeo”.

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