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Bulgaria, proteste contro l'entrata nell'euro: la destra nazionalista vuole tenere la moneta attuale, il lev

Una modella tiene in mano una banconota da 100 BGN introdotta giovedì 4 dicembre 2003 a Sofia, in Bulgaria.
Una modella tiene in mano una banconota da 100 BGN introdotta giovedì 4 dicembre 2003 a Sofia, in Bulgaria. Diritti d'autore  DIMITAR DEINOV/AP
Diritti d'autore DIMITAR DEINOV/AP
Di Euronews
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Il nuovo governo bulgaro, formato il mese scorso, ha fatto dell'adesione alla zona euro una priorità fondamentale. I partiti dell'opposizione vogliono che si tenga un referendum per tenere il lev come moneta nazionale

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Migliaia di persone sono scese in piazza in Bulgaria sabato, chiedendo al governo di preservare la valuta del Paese, il lev bulgaro, e di non entrare nell'area dell'euro.

Nella capitale Sofia e in diverse altre città le manifestazioni contro l'introduzione dell'euro sono iniziate intorno a mezzogiorno. Le proteste sono state organizzate dal partito ultranazionalista Revival e da diverse ong.

I manifestanti ritengono che l'ingresso della Bulgaria nell'eurozona comporterà un aumento dei prezzi e una limitazione della sovranità economica del Paese e chiedono che venga indetto un referendum sulla questione.

"Revival Bulgaria ha una volontà popolare e la volontà popolare ora dice categoricamente: non vogliamo che il lev bulgaro venga distrutto, vogliamo preservare la moneta bulgara, vogliamo preservare la libertà della Bulgaria. Per questo vogliamo che si tenga un referendum", ha dichiarato il leader del partito Revival Kostadin Kostadinov.

Il presidente bulgaro, Rumen Radev, ha recentemente presentato una richiesta al parlamento per indire un referendum sull'adozione dell'euro come valuta del Paese.

Nel 2024, la Banca centrale europea ha dichiarato che il Paese non può ancora aderire all'Unione monetaria perché l'inflazione è troppo alta.

I sette membri dell'Ue non appartenenti alla zona euro sono Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Ungheria, Polonia, Romania e Svezia. Continuano a utilizzare le loro valute nazionali anche se tutti - tranne la Danimarca che ha ottenuto una clausola di opt out - sono obbligati ad aderire una volta soddisfatti i criteri di convergenza dell'euro.

La Bulgaria ha fissato l'obiettivo di entrare nell'area dell'euro a partire dal 2026.

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