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L'Europa sta formando più medici che mai, ma i pazienti faticano ad averne uno

Ogni anno, migliaia di studenti iniziano e completano gli studi di medicina in Europa, ma la carenza di personale sanitario persiste in tutto il continente.
Ogni anno, migliaia di studenti iniziano e completano gli studi di medicina in Europa, ma la carenza di personale sanitario persiste in tutto il continente. Diritti d'autore  Cleared/Canva
Diritti d'autore Cleared/Canva
Di Marta Iraola Iribarren
Pubblicato il
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La carenza di medici persiste in tutta Europa, a causa dell'invecchiamento della forza lavoro e dei laureati che evitano la medicina generale

Ogni anno decine di migliaia di studenti iniziano e completano gli studi di medicina in Europa. Eppure, nonostante l’aumento dei laureati, la carenza di personale sanitario continua a colpire molti Paesi del continente.

Secondo Eurostat, nel 2023 nell’Unione europea si sono laureati oltre 66.000 medici, pari a circa 15 nuovi laureati ogni 100.000 abitanti. Tuttavia, dietro questa media si nascondono forti differenze nazionali.

I Paesi che formano più medici

I dati mostrano che alcuni Paesi concentrano la maggior parte dei nuovi laureati. Nel 2023, la Turchia ha registrato 13.720 nuovi medici, seguita dalla Germania con 10.186 e dall’Italia con 9.795, posizionandosi come i principali “produttori di medici” in Europa.

All’estremo opposto si trovano Paesi più piccoli, dove il numero di laureati resta molto limitato: solo 31 in Montenegro, 52 in Islanda e 144 in Estonia.

Migrazione dei medici e squilibri regionali

Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), in Paesi come Bulgaria, Romania e Lettonia una parte significativa dei laureati in medicina è composta da cittadini stranieri, che spesso lasciano il Paese dopo il conseguimento del titolo.

Questo fenomeno trasforma alcuni Stati in veri e propri poli di formazione per medici destinati a lavorare altrove, contribuendo ad ampliare le disuguaglianze sanitarie tra le regioni europee.

Il caso Romania: un’inversione di tendenza

Non tutti i Paesi, però, seguono la stessa traiettoria. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), la Romania è riuscita a ridurre significativamente la migrazione dei medici negli ultimi dieci anni.

Il numero di professionisti emigrati è sceso da circa 1.500 nel 2012 a 461 nel 2021, grazie soprattutto al miglioramento degli stipendi, delle opportunità di formazione e delle condizioni di lavoro.

“La migrazione degli operatori sanitari è una realtà in un mondo globalizzato, ma esistono soluzioni affinché funzioni per tutte le parti”, ha dichiarato Natasha Azzopardi-Muscat, direttrice Oms Europa.

Perché più laureati non significano più medici

Nonostante l’aumento dei laureati, l’Europa si avvia verso una carenza strutturale di personale sanitario. Secondo le proiezioni dell’Oms, entro il 2030 mancheranno circa 950.000 operatori sanitari nella regione.

Uno dei problemi principali riguarda la medicina di base. Sebbene il numero complessivo di medici sia cresciuto nella maggior parte dei Paesi, la quota di medici di famiglia resta bassa: nei Paesi dell’UE solo circa un medico su cinque esercita come medico di base.

La crisi dei medici di famiglia

“I laureati oggi tendono a preferire specializzazioni che garantiscono un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata”, ha spiegato a Euronews Health Tiago Villanueva, presidente dell’Unione europea dei medici di medicina generale/famiglia.

Secondo Villanueva, la soluzione non è semplicemente aumentare il numero di studenti di medicina o i posti disponibili, ma rendere la medicina di famiglia più attrattiva, visibile e valorizzata.

Il collo di bottiglia della formazione post-laurea

Un altro ostacolo è rappresentato dalla formazione post-laurea. In Paesi come il Portogallo, la capacità di formare nuovi medici non riesce a tenere il passo con il numero di laureati.

La formazione dipende dalla disponibilità di medici esperti disposti a fare da tutor, ma molti hanno lasciato gli ospedali pubblici, dove si concentra la maggior parte della formazione”, ha sottolineato Villanueva.

Dove si concentrano oggi i medici

Le carenze non sono distribuite in modo uniforme. Considerando i medici praticanti, l’Austria registra il rapporto più alto con 551 medici ogni 100.000 abitanti, seguita da Italia e Cipro con 535.

All’opposto, la Finlandia presenta il rapporto più basso, con appena 288 medici ogni 100.000 abitanti. Tra il 2013 e il 2023, il numero di laureati in medicina è aumentato in quasi tutti i Paesi dell’Ue, ad eccezione dei Paesi Bassi, dove è rimasto stabile.

Invecchiamento del personale sanitario

Allo stesso tempo, anche il personale sanitario sta invecchiando. In molti Paesi, la decisione dei medici di continuare a lavorare oltre l'età pensionabile ha contribuito a prevenire carenze di personale più gravi, ma molti sistemi nazionali devono prepararsi a quando questi professionisti andranno in pensione.

Secondo l'Ocse, nel 2023 quasi un terzo dei medici di tutti i Paesi dell'Ue avrà più di 55 anni.

I medici più giovani si trovano nel Regno Unito, in Turchia, Finlandia e Romania.

"Secondo il rapporto Health at a Glance 2025 dell'Ocse, i Paesi con un'ampia quota di medici di età superiore ai 55 anni dovranno formare un numero sufficiente di nuovi medici per sostituire quelli che andranno in pensione nel prossimo decennio.

L'Ocse ha aggiunto che dovrebbero anche attuare contemporaneamente politiche "per incoraggiare i medici attuali che sono disposti e in grado di continuare a lavorare oltre l'età pensionabile standard".

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